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Scritto per noi: Turn over, una necessità (per ora) problematica di Riccardo Marchese

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Dall’amaro pari con il Bari alla sfida con la Roma il prossimo 3 ottobre – unica big mai battuta nell’era De Laurentiis. In totale saranno ben 7 le partite in 22 giorni per il Napoli, con il doppio impegno europeo (prima l’Utrecht e poi la trasferta di Bucarest con la Steaua) e in mezzo il primo turno infrasettimanale di serie A.
Si gioca tanto, si gioca ogni tre giorni e farlo sempre con la stessa formazione diventa impensabile. Mister Mazzarri dovrà dunque essere bravo a rinunciare a rotazione anche alle pedine fondamentali, considerandone pure gli impegni nelle rispettive nazionali. Marek Hamsik non brilla? Se la stagione è appena cominciata e lo slovacco ha già collezionato 7 presenze in gare ufficiali dopo mezza estate trascorsa in Sudafrica…
Tuttavia fare turn over in questo momento non è cosa facile: gli ultimi innesti, che avrebbero dovuto far fare il salto di qualità all’intera rosa (Cribari, Sosa, Yebda e Cristiano Lucarelli, nomi comunque lontani dai sogni dei tifosi), non hanno ancora raggiunto la condizione del gruppo e difficilmente potrebbero essere impiegati per più di un tempo. Dei quattro l’unico ad aver già esordito è “El principito” Sosa, impiegato nei caldi minuti finali della sfida col Bari. L’argentino – utilizzato rischiosamente sulla linea dei mediani – ha evidenziato le sue qualità di tocco della palla ma anche una scarsa mobilità nel ricoprire il ruolo.
Tornando al mercato resta da chiedersi perché – al di là del colpo Cavani e degli esuberi da piazzare – gli affari in entrata del Napoli si siano sbloccati solo negli ultimi giorni utili, nonostante le indicazioni chiare su cosa servisse: un difensore mancino, un centrocampista muscoli e qualità e un attaccante, come ripetuto più volte dallo stesso patron De Laurentiis.
Un immobilismo che ha preoccupato i tifosi e che si ripercuote ancora adesso sulla lenta progressione della campagna abbonamenti, peraltro non favorita dalla novità della Tessera del Tifoso e dal trauma Quagliarella.
Sperando che siano i risultati a risvegliare quella parte di tifoseria assopita e a riaccendere la passione di una città intera, magari già dall’”esordio” europeo con l’Utrecht.
Riccardo Marchese

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