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“Contro Corrente”: Tutto da rifare

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Non va. Ed i sintomi ci sono tutti. Il Napoli non riesce più a ritrovare se stesso, e chiude la seconda uscita ufficiale al San Paolo con l’ennesimo pareggio. Giocano male gli azzurri, addirittura peggio di domenica sera, cedendo troppo il fianco alle ripartenze dell’Utrecht, che soprattutto nel primo tempo, ha ridicolizzato la difesa partenopea, che in più di un’occasione ha palesato tutti i suoi limiti, regalando chiare palle gol ai tulipani olandesi.
Ma quel che più preoccupa è l’assoluta incapacità da parte degli azzurri di imbastire gioco, di mettere sotto pressione l’avversario, di dettare i tempi insomma, con l’inedita coppia centrale Gargano-Yebda a commettere in continuazione errori su errori in fase di appoggio.
Male anche 2/3 della difesa, con Cannavaro costretto più volte agli straordinari per tamponare gli errori di un irriconoscibile Aronica e di un imbarazzante Santacroce, che ancora una volta non è riuscito a dar prova delle sue doti, guadagnandosi l’ennesima ammonizione per gli ormai consueti battibecchi con l’avversario di turno. La si smetta, a questo punto, di chiedersi perché il leoncino di Bahia non riesce a trovar spazio con continuità nello scacchiere di Mazzarri, perché i suoi limiti, soprattutto sul piano caratteriale, sono più che evidenti.
Così, pur ammettendo una gara no per Aronica, con Grava e Campagnaro un po’ appannati e Santacroce ancora lontano dai suoi standard, l’unica certezza resta Cannavaro, con il solo Cribari come alternativa: la solidità difensiva che aveva contraddistinto l’era Mazzarri soprattutto nella prima fase dello scorso campionato, sembra ormai un vecchio ricordo, ed è da lì che bisogna ripartire per fare in modo che “la giostra ricominci a girare”.
Ancor più misteriosa è la situazione sulle corsie esterne. Dossena non ha giocato la sua miglior partita, ma di peggio hanno fatto Zuniga e Maggio, mai incisivi nel garantire una spinta costante in fase d’attacco. E’ lì che la vittoria è sfuggita dalle mani dei partenopei, che in novanta minuti e oltre, non sono mai riusciti a saltare l’uomo e a mettere in mezzo un buon pallone per i rispettivi compagni.
Capitolo attaccanti. A secco Cavani (e non gli si poteva certo chiedergli di più), ancora una volta non è emerso il talento di Lavezzi, visibilmente affaticato dai troppi impegni che, in quest’ultimo periodo, lo hanno costretto ad un super lavoro tra l’Italia e l’Argentina. Sosa è arrivato da poco, e dopo un buon inizio si è un po’ perso anche in virtù del mancato apporto da parte dei compagni. Al suo posto, nel secondo tempo, è entrato Hamsik: tanta corsa, ma di giocate illuminanti manco a dirne. Dopo aver bagnato l’esordio a Firenze, c’è stato spazio anche per Lucarelli, giusto il tempo però per rimediare un infortunio al ginocchio che preoccupa e non poco lo staff tecnico azzurro. Un suo eventuale stop, infatti, costerebbe caro al Napoli che si ritroverebbe a far fronte ai prossimi, probanti, impegni con appena tre attaccanti, Cavani, Lavezzi e Hamsik, più il giovane, ma acerbo, Dumitru. Peggio di così, non poteva certo andare. E’ giunto però il momento di uscire dal limbo del segno X, serve però più che un’impresa per battere, a Genova, la Samp di Cassano, decisamente più in forma rispetto agli uomini di Mazzarri.
 
Francesco Auricchio

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