Pessima figura. Dopo lo scialbo e noiosissimo 1-0 rifilato all’Elfsborg, grazie ad un lancio lungo di Cannavaro e la solita sfuriata di Lavezzi, riecco il Napoli dei pareggi. Il Napoli che non ha ancora un’identità di gioco. Ed ormai è passato un anno dall’arrivo di Mazzarri, che non ha più scuse eppure continua a dare colpe a destra ed a manca. Il doppio impegno, la fatica, la forma fisica, i nuovi arrivi ma ancora peggio quando incolpa la squadra che, dice, non si è espressa ai suoi livelli. Un grande allenatore difende sempre la squadra e si prende sempre le sue responsabilità. Vedi Mourinho.
Mazzarri dovrebbe farci capire perché rivoluzionare un assetto alla prima partita europea, quella contro la squadra più debole del girone e, soprattutto, in casa. I tre punti erano d’obbligo se si voleva passare il turno con una certa tranquillità. Ma il Napoli continua a comportarsi come una provinciale, in casa attende e fa comandare il gioco agli avversari, fuori casa tutta contropiede. Questo atteggiamento è “merito” solo dell’allenatore. Non ci sono scuse.
Molti ricordano la partita di un anno fa del Napoli a Genoa, allenatore Donadoni. Primo tempo padroni del campo e, soprattutto, del gioco; secondo tempo deciso dall’arbitro. Il gioco del Napoli però c’era e si apprezzava. Perdevamo 4-1 ma si usciva tutti a testa alta da Marassi. Stessa lezione di calcio l’avevamo inflitta al Palermo alla prima giornata di campionato; ancora una volta l’arbitro ci scippava i tre punti ma anche lì, a Palermo, uscivamo a testa alta.
Ed allora, se vogliamo trovare una nota positiva della serata europea del Napoli , bisogna fare i dovuti complimenti ai tifosi, quelli dell’Utrecht che ci hanno omaggiato con una maglia celebrativa e, soprattutto, i nostri che hanno mostrato la consueta accoglienza e civiltà. Forza Napoli. Forza Napoletani.
Giuseppe Tarallo