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Scritto per noi: La scienza del calcio di Fabio Avolio

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Il calcio regala ai suoi appassionati la possibilità di discutere, dibattere e confrontarsi su tutti gli aspetti che ne compongono.  Aspetti salienti relativi alla fantomatica moviola, illazioni su cose dette e o non dette dai protagonisti nel pre e post gara, tattica, pretattica e condizione fisica. Proprio di queste ultime vogliamo approfondire, tutti quanti ci siamo chiesti come può una squadra mutare nel corpo e nell’anima in pochi giorni come ha fatto il Napoli? Andiamo per un attimo indietro nel tempo di qualche settimana, 19 agosto Napoli – Elfsborg 1-0 goal di Lavezzi, la squadra non ha brillato particolarmente ma si è subito evidenziato la differenza di condizione visto che gli svedesi erano alla ventesima partita di campionato mentre i partenopei erano al battesimo della stagione.  26 agosto Elfsborg – Napoli 0-2 doppietta di Cavani, prestazione convincente sia per il gioco espresso che per il numero di conclusioni, bellissima serata macchiata solo dalle indiscrezioni (confermate di lì a poco) relative alla cessione di Quagliarella alla Juventus. 29 agosto prima di campionato a Firenze, le aspettative sono tante in virtù del ottimo piazzamento nella passata stagione e della qualificazione alla fase che conta dell’Europa League. Primo tempo esaltante con inizio bruciante grazie al goal-lampo di Cavani che gli valgono un quintale di miele. Dopo qualche buon spunto cala il sipario sul Napoli la ripresa è tutta viola con amnesia difensiva sul goal dei gigliati. 12 settembre Napoli – Bari 2-2, l’esordio al San Paolo e deludente, mai in partita, vanno in svantaggio per il solito black-out in difesa, dopo tanta sofferenza arriva prima il pareggio di Cavani poi il goal del vantaggio di capitan Cannavaro, non dura neanche un minuto che la narcolessia colpisce ancora il pacchetto arretrato del Napoli con l’evitabilissimo pareggio pugliese. I dissapori dei sostenitori napoletani vengono a galla, si pretende una decisa virata per non fare la fine della scorsa stagione con Donadoni. Quattro giorni dopo è l’ora del attesissima Europa League, gli olandesi dell’Utrecht non navigano nemmeno loro in acque tranquille e opinionisti vari caricano la sfida sottolineando la notevole differenza di organico, tutta questa attesa porta decisamente male al Napoli che disputa una delle più brutte partite degli ultimi sei anni, la media voto si aggira fra il 4 e il 5 in pagella per tutti. Tutti sono rimasti di stucco a partire dallo stesso Mazzarri. Dopo tre giorni c’è una Sampdoria in forma a Marassi, onestamente il pessimismo sarebbe giustificato, ma il calcio è una scienza inesatta ed il Napoli strappa una prestazione a dir poco esaltante dominando per 75 minuti andando immeritatamente in svantaggio su rigore e avendo la forza di ribaltare il risultato con un uno-due devastante.
A questo punto qual è la giusta analisi da fare? In che misura è determinante la condizione fisica piuttosto che la concentrazione o l’arbitro informa? Nulla è prevedibile ma è proprio per questo che siamo innamorati di questo sport e di questa squadra.
Fabio Avolio

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