Punto e a capo. Anzi, zero punti e a capo. Il Napoli, dopo l’impresa di Genova, ritorna piccolo al cospetto di un Chievo che continua la sua favola. Neppure i cinquantamila del San Paolo riescono a spingere gli azzurri verso la vittoria, che manca ormai dall’ultima gara interna della scorsa stagione, quando il Napoli vinse per 2-0 contro l’ormai retrocessa Atalanta.
Difficile da credere, ma da vero punto di forza l’arena di Fuorigrotta non riesce più, da diverso tempo, a portar fortuna agli azzurri, che nelle ultime tre uscite tra campionato ed Europa League, hanno racimolato la miseria di due punti.
L’allarmante dato statistico racchiude in sé il momento no vissuto dalla banda Mazzarri, perché, quando c’è da condurre il gioco, il ritmo e la manovra, è lì che vengono fuori tutti i limiti di una squadra incompleta, costretta a concedere campo agli avversari perché “obbligata” a scendere in campo ogni tre giorni.
Sia chiaro, l’Europa League resta un traguardo prestigioso raggiunto dal club, ma per tenere il passo in ben tre competizioni, ci si aspettava senza dubbio di più in sede di mercato. I rinforzi necessari, quelli giusti, forse non sono mai arrivati e ieri sera Mazzarri ne ha dato conferma. A parte la scelta di schierare lo stesso undici di Genova, il tecnico toscano non ha preso in considerazione l’idea di schierare Yebda, azzardando Sosa al posto di Gargano, adattato in un ruolo non suo. Peggio ancora se si pensa alla mancanza di un esterno valido per far rifiatare Maggio e alla scelta di adattare Campagnaro a sinistra.
Dalle stelle alle stalle, in casa Napoli anche la preparazione estiva, e la relativa condizione fisica, sono ormai oggetto di mistero: tre giorni fa, al Ferraris, si correva e si giocava con la massima velocità, ieri invece, si è andati allo sbando poco dopo il pari del clivensi. Per carità, il calo rispetto a Genova c’era da aspettarselo, ma non così netto.
Di questo passo, l’altalena di risultati potrebbe diventare l’unica costante per la stagione azzurra. Meglio dimenticare al più presto la parentesi Chievo perché domenica si va a Cesena, dove, oltre all’avversario, ci sarà da lottare e faticare per l’assurdo orario d’inizio (12:30, ndr) imposto quest’anno dalla Lega. Sarei davvero curioso però di vedere giocare nel lunch time anche le cosiddette “squadre da vertice”, e non solo le altre “sparring partner”…ma questa è tutta un’altra storia.