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Quello striscione e quel coro della curva A

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“Per andare a Liverpool non state più nei panni, ma in molti non venite da anni. Per ora gli ultras vanno a Bucarest”. Questo il testo del significativo striscione esposto in curva A prima della partita con il Chievo. Breve, succinto, compendioso. Condivido.
Da anni, gli unici sempre presenti, in C1, in B e in A, dal Nord al Sud dell’Italia, anche nelle trasferte meno agevoli da raggiungere (per usare un eufemismo), sono stati i ragazzi delle curve. Hanno preso per mano il Napoli e l’hanno riaccompagnato nel calcio che conta (ma c’è ancora strada da fare insieme). L’hanno incoraggiato nei momenti più tristi, l’hanno sostenuto anche sui campi di Gela e di Sassari, quando altri, magari gli ipercritici, se ne stavano in poltrona aspettando il ritorno in serie A, in Europa. Dunque, oggi, quei ragazzi hanno tanta ragione nel manifestare la gioia di esserci sempre stati. Con la pioggia e con il sole, con il vento e con la nebbia. Con sacrifici fisici ed economici.
Dopo lo striscione, il coro. Si è alzato quando Mazzarri ha sostituito Maggio e in tanti hanno fischiato l’esterno del Napoli e della Nazionale. Magari Maggio non sta vivendo un periodo di particolare fulgore fisico, ma non lo si può beffeggiare in quel modo come se fosse uno scansafatiche, come se non onorasse la maglia che indossa. Maggio vive i disagi del post mondiale, come tanti altri calciatori che sono stati protagonisti in Sudafrica e che poi hanno fatto una preparazione atipica nei loro club, certamente una preparazione non ottimale. Ecco perché condivido anche quel coro a difesa di Maggio e di aspra critica verso chi stava fischiando ingenerosamente. Vero, tutti siamo liberi di manifestare il nostro dissenso, ci mancherebbe, ma se qualche volta prima di farci prendere dalla smania di contestare, riflettessimo solo un attimo ricordando che tutti nei nostri rispettivi lavori sbagliamo, abbiamo pause, beh, forse quei fischi a Maggio e quel coro “siete sempre un pubblico di…”, non li avremmo ascoltati.
da: Il Blog di Vittorio Raio

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