Viaggiando su un treno che mi riportava a casa, a Napoli, durante la scorsa stagione calcistica mi trovai a parlare con Carmine, un tifosissimo degli azzurri. Come potete immaginare tutto il viaggio fu uno spasso, pieno di aneddoti e racconti simpaticissimi che trasudavano passione ad ogni suono emesso. Il mio straordinario compagno di viaggio mi confidò che aveva installato sul suo camion l’impianto satellitare per seguire il Napoli anche quando era lontano per lavoro. E che nel cruscotto aveva sempre un amico: il Malox. “Perché quando il Napoli perde, a me me ven o male e’ stommaco!”.
Ecco, ieri nel vedere Steaua Bucarest-Napoli mi sono preoccupato per le condizioni di salute di Carmine. Perché, diciamolo, il primo tempo del Napoli di ieri è stato da ulcera. Inguardabile. Da interregionale.
I tifosi che non si sono fatti spaventare dall’orario “scomodo” si sono subito dovuti sorbire, al primo minuto, la sufficienza e superificialità di Cribari, che sapeva più di giovedì di calcetto che di Europa League. Altro miracolo malvagio dopo quello di domenica: un tiro sporco e nato per essere innocuo ci castiga. Senza avere il tempo di ambientarsi e migliorare l’allacciatura degli scarpini 1-0 per i rumeni.
Passano pochi giri d’orologio e il Pirata Morgan si lascia prendere dall’andazzo della sua difesa e sbaglia clamorosamente il piazzamento su una punizione defilata da lunghissima distanza: Tanase fa 2-0.
E a tramortire il tifoso azzurro, già incredulo ed esterrefatto, arriva il 3-0 di Kapetanos su una disattenzione di Santacroce, grande quasi quanto la pazienza e la passione di chi ha continuato, nonostante tutto, a guardare il match.
Eppure proprio da Santacroce, involontariamente, arriva un grosso aiuto al Napoli, ancora in balìa dell’avversario: Kapetanos, forse per un’antipatia a pelle o per una somiglianza con un vecchio rivale in amore, pensa bene di colpire il difensore azzurro con un fendente ben piazzato. Rosso e doccia per lui: tutto sacrosanto.
Nonostante l’inferiorità numerica è, in ogni caso, ancora la Steaua a rendersi pericolosa con Micolita e Stancu. Ma, per fortuna, El Prinicipito Sosa fa ricordare ai tifosi partenopei che i calci piazzati possono essere un’arma micidiale e permette a Luigi Vitale di rimettere il Napoli in carreggiata alla fine della prima frazione di gioco.
Il secondo tempo è tutta un’altra musica. Dentro Hamsyk ed il Pocho, in superiorità numerica, il Napoli strapazza il mediocre avversario. E ancora l’ulcera per il tifoso, costretto a sperare in una favolosa rimonta per strappare un punto contro una squadra che poteva essere messa al tappeto senza eccesivi patemi d’animo. Alla fine ci dice bene. Hamsyk trova un gol straordinario al 28’ e il Matador Cavani non sbaglia l’ultima possibilità che gli si presenta. 3-3 quando razionalmente era follia sperarci.
“Napoli fino alla morte!”- gioisce il direttore nella sua telecronaca. Ha ragione: gli azzurri hanno riacciuffato una partita che sembrava ormai persa, dando ennesima prova di un carattere che rende grandi le squadre. Se il calcio è emozione, i nostri sanno farci vivere l’intero arcobaleno di sensazioni che un match può regalare, dimostrando di non mollare mai, con il cuore e l’orgoglio oltre l’ostacolo.
Però bisogna pure ammettere che non si può andare a Bucarest e subire un’imbarcata del genere nel primo tempo. Una figura pessima, una squadra allo sbando, senza idee lì dove dovrebbero nascere e priva di qualsiasi solidità difensiva. Mister Mazzarri continua nella sua interpretazione del turn-over e, a nostro avviso, il Napoli sta pagando. Dopo Cesena avevamo scritto che andava imparata la lezione: ieri un’altra batosta ha colpito la convinzione di Walter il Mago di poter cambiare interpreti per 6/11 e lasciare l’impostazione, i movimenti, i tempi e le intese intatti.
Nulla contro i nuovi acquisti, con un Sosa che è stato addirittura più determinante di quanto si sottolinei. Semmai contro chi ha pensato di poter colmare la necessità di un centrale difensivo che facesse rifiatare il capitano con un investimento di 500 mila euro. “O sparagno nun è maje guaragno”- si dice a Napoli.
E sull’altare del turn-over rivoluzionario il Napoli sta buttando via delle opportunità importantissime. Il pareggio in casa contro l’Ultrecht non è andato giù nemmeno a Mazzarri; a Cesena e ieri è stato necessario richiamare in campo i grandi esclusi per cambiare l’andamento del match. Un turn-over aggressivo che vale solo per le prime frazioni: qui c’è qualcosa che non va.
Nella speranza che Pocho e compagnia non abbiano risentito della sgambettata furiosa di ieri sera, guardiamo fiduciosi a domenica. Speranzosi di non dover sempre rincorrere. Lo speriamo anche per Carmine, il tifoso camionista. Gli azzurri sappiano che ieri ha finito le sue scorte di Malox.
Sandro Vecchione