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Non è ancora tempo per le critiche di Ciro Lanzillo

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Il titolo del film andato in scena allo stadio Ghencea di Bucarest potrebbe essere: “all’inferno e ritorno”. All’inferno il Napoli ci era finito dopo appena sedici minuti, il ritorno si è concretizzato al 97°, ovvero all’ultimissimo respiro. Allo Steaua erano bastati un paio di colpi fortunati(ssimi) e una dormita della difesa per assestare tre cazzotti in pieno volto a una squadra che dava analoga impressione di una barca in balia delle onde, sballottata in ogni direzione, incapace di assumere la sua rotta. Un inizio tremendo, tre stoccate così mortificanti e stordenti che avrebbero mandato al tappeto chiunque. Il gol di Vitale sul finire del primo tempo e l’ ingresso di Lavezzi e Hamsik hanno permesso al Napoli di recuperare una partita praticamente persa e restare in corsa nel girone. Passata la sbornia di gioia al gol del pareggio, giunto ad opera di Cavani, sono iniziati i processi. Tutti si interrogano, giustamente, sui motivi di quell’inizio da incubo. In molti sono concordi nell’affermare che Mazzarri debba fare il mea culpa a causa del pesante turn over operato nella scelta della formazione. In tantissimi sono dell’avviso che la società sia responsabile in larga parte a causa degli acquisti non all’altezza. A Yebda e Sosa sembra essere già stata affibbiata l’etichetta di bidoni. Su Cribari poi, c’è la più ampia gamma di insulti e apprezzamenti poco edificanti che si possa immaginare. Da più parti si levano addirittura voci che rimpiangono Rinaudo, quando pochi mesi or sono erano in molti, magari gli stessi che oggi lo osannano,  a storcere il muso nel leggere il suo nome nella formazione dei titolari. Ora, il fatto che la società potesse fare di più in sede di campagna acquisti è fuori discussione.Ma è altrettanto vero che nella disamina della partita di ieri e più in generale di questo altalenante inizio di stagione, ci sono da prendere in considerazione diversi aspetti. Si potrebbe cominciare dall’osservare che giocatori come Maggio e Cannavaro, reduci da una stagione esaltante, mostrano attualmente uno stato di forma tutt’altro che ottimale. Santacroce, in queste prime uscite, è la copia sbiadita del difensore reattivo e affidabile intravisto lo scorso anno e De Sanctis sembra aver smarrito la sicurezza che lo aveva fin oggi contraddistinto. Per quanto riguarda i nuovi, sembra eccessivo (anzi, considerando che siamo a Napoli neanche tanto!) bollarli già fine Settembre come mezze cartucce. Agli sguardi più attenti e meno infervorati, non sarà sfuggito osservare che Sosa è un giocatore dal bagaglio tecnico indiscutibile. Il suo problema reale, analogo ad altri calciatori sudamericani che lo hanno preceduto, sta nella capacità di compenetrarsi con la nuova filosofia calcistica in cui è arrivato. Nelle sue movenze sono ancora presenti, in modo palese, i rudimenti del calcio argentino i quali non trovano nella velocità di esecuzione la principale caratteristica di gioco. Sarà senz’altro necessario un periodo di ambientamento nei quali apprendere i tempi giusti del calcio europeo, dopodiché sarà un giocatore sul quale poter contare. E’ stato proprio sugli sviluppi della sua deliziosa pennellata su punizione che è cominciata l’arrembante rimonta azzurra. Per quanto riguarda Yebda vale, in parte, il discorso fatto per Sosa. L’algerino non possiede certamente i piedi adatti a dettare l’ultimo passaggio o a disegnare traiettorie fantastiche (vedi Hamsik per il 2-3). E’ un giocatore di quantità, dai requisiti tecnici, non ancora espressi, tuttavia sufficienti a garantire un buon contributo in fase di appoggio. Anch’egli è in piena fase di ambientamento e, se gestito nel modo giusto, con lui tra qualche mese il Napoli potrebbe trovarsi in organico un’alternativa a Gargano, meno efficace in termini di corsa ma certamente più prestante fisicamente. La difesa è quella che ha lasciato maggiormente a desiderare. Come già detto oggi Santacroce è un giocatore che deve ritrovarsi e Cannavaro fino ad oggi non è stato il difensore dello scorso anno che faceva sfoggio di  prestazioni da nazionale. Cribari è arrivato a Napoli preceduto da preconcetti di giocatore scarso. E’ stato dato per scontato che per cinquecentomila euro non si possa prendere un giocatore discreto che all’occorrenza possa dare il suo contributo. Questa situazione fa si che ogni suo errore venga estremamente amplificato. In realtà l’unica disattenzione fin ora a lui imputabile è solo quella commessa in occasione del gol del momentaneo vantaggio del Cesena, l’autorete contro lo Steaua è invece ascrivibile più a unepisodio sfortunato in cui sarebbe potuto incappare chiunque. Ribadendo il fatto che, soprattutto in difesa, andava fatto di più dalla società, è innegabile che questa squadra merita almeno qualche mese per poter essere valutata in modo obbiettivo. Ad oggi è una formazione bisognosa di rivedere i sincronismi difensivi e restituire alla forma migliore alcuni uomini del pacchetto arretrato. I due nuovi centrocampisti hanno bisogno del tempo necessario per integrarsi al meglio, dopodiché se avranno dimostrato di non essere da Napoli saranno giustamente criticati, ma a tempo debito.Il diritto di critica è sacrosanto, ma andrebbe esercitato con cognizione di causa e non semplicemente per assaporarne il gusto.
Ciro Lanzillo

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