Se è vero che tutti i figli sono uguali, ce n’è sempre qualcuno che vanta un posto di privilegio nel cuore dei suoi genitori. È una regola non scritta, è la vita che decide a chi vuoi bene un po’ di più. Anche la squadra è una famiglia e nell’organico di 25 calciatori, tutti dovrebbero essere consierati allo stesso livello. Dovrebbero, ma non è mai così. Lo comprendiamo, è doveroso che Walter Mazzarri si sfianchi nell’immaginare ogni ipotesi di formazione figlia del turn over. Il suo sforzo è ammirevole, ma non rende. O meglio, non rende allo stesso modo di quando in campo ci va la squadra migliore. Hai voglia a dichiarare che cambia poco e che conta sempre e soltanto il gruppo: se in quel gruppo non hai chi fa la differenza, di strada ne fai poca. Cavani e Gargano, lanciati nella mischia di Cesena al 15’del secondo tempo (fuori Sosa e Yebda), hanno dato la scossa alla squadra, con il risultato ribaltato dall’1-0 all’1-4. Gol segnati da Lavezzi, Hamsik e la doppietta del Matador. Giovedì a Bucarest, idem. Steaua avanti per 3-1 al termine del primo, dentro Lavezzi (per Santacroce) ad inizio ripresa e poi anche Hamsik (per Zuniga) al 13’ della stessa frazione di gioco. Una scelta devastante per i poveri rumeni, travolti e raggiunti dalla rimonta firmata, guarda caso, da Marekiaro e da Cavani. No, non è un caso, i ragazzi promettenti sono diventati veri fuoriclasse. Decisivi tanto, quanto prima non riuscivano ad esserlo per la giovanile discontinuità. Determinanti al punto che oggi tutti li temono ed a Napoli si entusiasmano al pensiero di aver ritrovato l’amata MaGiCa degli anni Ottanta. Piano, impossibile ripetere le gesta di Maradona, nemmeno quelle di Giordano e di Careca, ma i loro eredi in maglia azzurra hanno tutto in regola per essere ricordati a lungo dalla tifoseria partenopea. Ci vorrà tempo, anche se il segno lo stanno già lasciando a suon di gol. Tredici delle sedici reti realizzate finora dal Napoli, portano la firma del trio LaCavHam. L’uruguaiano, 23 anni, viaggia al ritmo di un sigillo a partita (5 su 5 in campionato, 3 in 4 gare di Europa League. Hamsik si è sbloccato il 19 settembre, all’83’ di Samp- Napoli, per poi andare a segno anche a Cesena (il 26 settembre su rigore) e giovedì a Bucarest con la rete da cineteca. Il Pocho è quello che segna di meno (un gol all’Elfsborg il 19 agosto e uno al Cesena, domenica scorsa), ma vanta il ruolo di assistman della squadra. Tutti e tre insieme sono una forza della natura, un pericolo costante, un problema serio anche per il tecnico Ranieri della Roma. Sì, ma non quando si gioca al San Paolo: soltanto quattro gol per il Napoli, contro i cinque subiti nelle due sfide di Europa League (Elfsborg e Utrecht) e in altrettante di campionato (Bari e Chievo). C’è da cambiare ritmo, oggi, al cospetto della Roma che vanta il primato di non essere mai stata sconfitta dal Napoli dal giorno in cui il club è stato acquistato da Aurelio De Laurentiis. Però, proprio quest’anno i giallorossi stanno soffrendo in trasferta: nove le reti incassate tra Champions League (due dal Bayern) e campionato (cinque dal Cagliari e due dal Brescia). La peggior difesa esterna contro il nuovo che travolge tutti, il Napoli a otto punti che vuole restare incollato al quarto posto e la Roma, che naviga in pessime acque, a quota cinque punti appena. Come finirà? Provate a chiederlo ai tre eredi…