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Il tifoso ubriaco di Napoli: LA PARTITA INFERNALE (secondo tempo)

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Signore e signori benvenuti al secondo tempo della partita infernale che vede opposto il Real Inferno al mio Napoli. La prima frazione, come sapete, si è conclusa in parità per l’effetto delle reti messe a segno al 40’ in mezza rovesciata da Bruscolotti e al 43’ da Lucifero che a pochi passi da Garella non sbaglia. Per chi volesse rivivere per intero il primo tempo è consigliata una lettura veloce dell’articolo della settimana scorsa: la partita infernale.
Da Rete Satanasso riprende la linea, per la gioia di tutti, la madrina di casa Ilaria D’Amico, accompagnata in studio da due commentatori di eccezione: il Principe Filiberto e Pupo. Ilaria chiede un commento al primo tempo della partita ma i due restano alquanto straniti dalla richiesta. Il primo, infatti, pensava di essere lì per cantare, mentre il secondo chiede in continuazione le quote SNAI della partita perché vorrebbe giocarsi una scommessa di mille euro. La D’Amico per uscire dall’imbarazzo è costretta a mandare la pubblicità.
Assistiamo a uno spot che mette in evidenza la necessità di avere un condizionatore, utile per qualsiasi attività all’Inferno, a uno telefonico che sottolinea la convenienza della “tariffa malocchio” e a uno che pubblicizza arnesi per la tortura delle anime maledette. Nel primo non può mancare, naturalmente, la modella in costume con la pelle bagnata che cerca refrigerio dall’aggeggio maledetto, nel secondo se ne vede una che si immerge seminuda in un liquido verde che riempie una piscina collocata sul tetto di un grattacielo con vista sugli inferi e nel terzo una in assetto sadomaso che frusta un poveretto legato alla parete. In tutti e tre gli spot naturalmente la protagonista è Belen. Solo nel terzo non si riesce a capire chi è l’uomo legato alla parete. Voi lo riconoscete? Mi dite chi è ? Ma torniamo alla partita.
Riprendono la linea dal campo Caressa e Bergomi.
Il mio Napoli vede due volti nuovi in campo: Bagni e Quagliarella al posto di Juliano e Careca, mentre il Real Inferno si presenta in campo con gli stessi dieci che hanno concluso la prima parte di gara vista l’espulsione di Pazuzu per tentato esorcismo nei confronti di Fusi.
Il secondo tempo ha inizio con una serie di azioni prolungate da parte degli azzurri che tengono palla nell’attesa di trovare un varco utile per perforare la difesa della squadra di casa. In alcune occasioni i nostri riescono nell’intento ma l’estremo difensore Belial “il malvagio” sembra imbattibile: se Garella para con i piedi lui non esita a usare anche le ali pur di respingere i tiri in successione di Maradona prima e di Giordano poi.
Il Real Inferno resta coperto e aspetta il momento giusto per il contropiede sfruttando la velocità innaturale di Tifone (va veloce come il vento) e di Baalam. E proprio da una di queste cavalcate sulla fascia di Tifone nasce il 2-1 per il Real. Quagliarella al  60’ inspiegabilmente perde palla sulla tre quarti (forse avrà avuto un malore improvviso?) e la cede praticamente a Tifone che sulla corsa brucia Francini e mette un cross perfetto per la testa di Lucifero che insacca per la sua doppietta personale. A questo punto opero un cambio; nella mischia Crippa, fuori Pecci. Con Bagni e Crippa creo una diga a centrocampo capace di battersi fino alla morte con i diavoli: lì nel centro del rettangolo verde è ammessa qualsiasi cosa. Calci, morsi, offese ai congiunti avversari (mamme e sorelle in primis) e tanta corsa: i nostri due eroi se la cavano alla grande.
Al 65’ Maradona fa Maradona; dribbla quattro diavoli in successione con un eleganza e un armonia dei movimenti che fa pensare a tutti: non vorrei essere in nessun altro posto al mondo in questo momento. Saltato l’ultimo diavolo si trova faccia a faccia con il portiere avversario e lo scavalca con un pallonetto delizioso. La palla sta per entrare lentamente in porta quando ecco apparire sul secondo palo Quagliarella che tocca la palla e la mette dentro, corre verso i tifosi del Napoli e bacia la maglia. Ma la gioia dura poco, il guardialinee alza la bandierina e sul suo suggerimento Lo Bello annulla. Maradona non la prende bene e continua a chiedere e a chiedersi che necessità c’era di toccare quella palla comunque destinata in fondo al sacco.
Adesso però, è un assalto del mio Napoli. Azioni a ripetizione e diavoli che difendono con affanno.
Al minuto ottanta ancora Diego semina il panico in area avversaria e viene falciato da dietro da Belzebù. Ammonizione al diavolo e rigore per gli azzurri. Il capitano è ancora a terra dolorante quando Quagliarella prende la palla e la porta al dischetto. Maradona stavolta, però, non è altruista e toglie la palla da mano allo stabiese per incaricarsi personalmente della battuta. Al minuto 82’ il Napoli pareggia: portiere a destra e palla come sempre sul lato opposto.
A 5’ minuti dalla fine altro colpo di scena. Francini saltato dall’imprendibile Tifone, col Napoli sbilanciato alla ricerca della vittoria, è costretto a falciarlo per evitare la capitolazione. Ristabilita la parità numerica in campo.
Ora la partita è avvincente. Azioni in successione su entrambi i fronti, entrambe le squadre vogliono la vittoria.
Lo Bello concede 4’ di recupero. Ne passano tre senza che succeda niente di rilevante. Quando tutto sembra dire che il pareggio può accontentare le due compagini Giordano riporta tutti indietro nel tempo, al San Paolo degli ottantamila che incitavano i campioni. Salta un diavolo e lancia con una precisione millimetrica Diego che di destro a volo fulmina ancora l’estremo difensore avversario.
Ora la partita può finire. Il mio Napoli vince contro i diavoli e anche contro tutti quelli che lo vogliono sempre a inseguire, contro chi non ci vuol far rialzare la testa, contro chi non vuole più il Napoli sul tetto d’Italia.
Post partita: Mefistofele passa con effetto immediato all’Inter e Quagliarella passa ai diavoli a fare coppia in attacco con Lucifero; intervistato a fine partita dichiara: “l’Inferno è la mia grande occasione, qui vincerò sicuramente qualcosa”.
Ora il quesito è aperto. Cosa vincerà Fabio? Rispondete sotto l’articolo. C’è l’area commenti. Aspetto trepidante.
Luciano Miele

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