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Il nome della rosa: Edinson Cavani

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Quando si vuole scrivere a proposito di un calciatore credo si sia obbligati a citare la sua carriera ed il suo palmares con una precisione più o meno puntuale per dare una certa completezza nella descrizione .In questo caso mi risulta quasi noioso andare a parlare di presenze, reti e tutto quello che riguarda il passato di Edinson Roberto Gómez Cavani nato il 14 febbraio 1987 a Salto in Uruguay, professione:”Matador”.
È noioso perdesi tra i numeri dei 9 goal su 25 presenze fatte nel Danubio e delle 109 presenze  con 34 reti messe a segno a Palermo (ed è noioso soprattutto ricopiarli dato che è impossibile saperli a memoria!). Questo tedio è dovuto dal fatto che una fredda statistica non può minimamente essere accostata all’argomento di cui si parla,figuriamoci se riesce a spiegare un calciatore dal cuore enorme e la tecnica sopraffina come El Botija, soprannome affibiatogli ad inizio carriera.
Già a Palermo ha dimostrato le sue grandissime qualità di attaccante moderno che riesce a sia dare profondità alla squadra che a dialogare con i compagni di reparto per la costruzione delle trame offensive, chi non ricorda gli splendidi goals messi a segno contro la Fiorentina all’esordio del 2007  con gran tiro al volo oppure della splendida doppietta contro il Lecce del 2009.
Ma parliamo di oggi, delle sue 10 presenze e 8 goals,di destro, di sinistro, al volo, di opportunismo e  delle altre mille meraviglie che sicuramente Cavani collezionerà in maglia azzurra. La trasferta di Cesena è stata profetica per lui. In poco più di 30 minuti di gioco è riuscito a dimostrare tutto il suo valore, ha scardinato da solo la squadra romagnola a suon di assist, dribbling e colpi di classe; è riuscito farci ritornare indietro di 15 anni, quando a Napoli c’erano ancora centroavanti di razza come Daniel Fonseca; è riuscito (anche se basta poco) a far volare sulle ali dell’entusiasmo milioni di tifosi che ci hanno messo poco a dimenticare il Masaniello-Quagliarella. Per non parlare poi del goal del pareggio di Bucarest che ha trasformato tutti i sogni in realtà, che ha permesso ai più scettici di gonfiare il petto  dinnanzi a milanisti ed  interisti ed ai più arditi di snobbare juventini e romanisti.
Mi sa che queste ali siano spuntate anche a me, non riesco a non fremere a vederlo giocare, non riesco a non montarmi la testa ammirando un Napoli dalla velocità supersonica, dall’elettricità conduttiva che eccita la mia fantasia, la stessa elettricità che ha intontito quel tifoso divenuto leggenda su youtube che azzardando un pronostico disse:”Io credo che segna Caivano”. Tutti insieme allora, intontiti dalle magie degli azzurri, grideremo:Forza Caivano!
Carlo Di Stasio

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