BUENOS AIRES (Argentina), 16 ottobre 2010 – Le sorti della Seleccion argentina e di Diego Armando Maradona sono inevitabilmente destinate a intrecciarsi nuovamente. Di sicuro non a breve termine, “perché oggi le porte sono chiuse, ma di sicuro accadrà in futuro”. Questa la certezza manifestata da Maradona ieri sera nel corso di un’intervista televisiva, durante la quale non sono mancate accuse e frecciate ai presunti nemici Julio Grondona e Carlos Bilardo (rispettivamente presidente e manager della federazione calcio argentina), a cui si è aggiunto Sergio Batista, attuale tecnico che con il passare dei giorni sembra sempre più vicino alla conferma definitiva.
I NEMICI — Dopo le accuse di “tradimento” a Grondona e Bilardo, più volte ribadite, nessun passo indietro da parte dell’ex Pibe de Oro. “Ogni giorno che passa ho la conferma che tutto quello che ho detto su Grondona e Bilardo è sacrosanto, e finché ci saranno loro a comandare per me non ci sarà spazio. Il calcio argentino è stato rovinato da gente in malafede e oggi ne paga le conseguenze, ne sono sempre più convinto”. E ce n’è anche per Batista, il quale nei giorni scorsi si era detto “dispiaciuto perché Maradona si rifiuta di rispondere al telefono”, negandogli così la possibilità di manifestargli il suo appoggio dopo il burrascoso divorzio dalla Seleccion. “Sono io ad essere dispiaciuto. In primo luogo perché ho visto che ha cambiato tanto la squadra, e non ne capisco il motivo. E poi perché, a dirla tutta, anche io l’ho chiamato ma, chissà come mai, sono riuscito a parlare solo con la moglie e non con lui”.
LA RIVENDICAZIONE — “Non guardo le partite della Seleccion. Non ci riesco, mi fa troppo male. Durante gli incontri faccio lunghe camminate o chatto via internet con gli amici e i miei giocatori, chiedendogli scusa per non poterli più vedere con la frequenza che vorrei”, ha raccontato alle telecamere di Telefe, rivendicando la bontà del proprio lavoro, soprattutto riguardo all’infelice quarto di finale mondiale contro la Germania. “Non mi pento di nulla. Se la partita si rigiocasse, rifarei esattamente le stesse cose. Siamo stati puniti dal corso degli eventi, ma avevamo preparato tutto alla perfezione. Peccato perché meritavamo di arrivare in finale, ma il calcio è così”.
LA CERTEZZA — “Ho già detto che darei la vita per avere una seconda possibilità. Il mio posto è sulla panchina della Seleccion, e un giorno tornerò”, di questo Maradona non ha dubbi. Così come, d’altro canto, pare anche essersi rassegnato all’idea che dovrà aspettare, abbandonando il sogno coltivato (e ribadito in più salse) di succedere a se stesso. “Oggi non ho chance, e finché ci saranno Grondona e Bilardo non credo che tornerò. Ma in futuro non c’è dubbio”, ha detto Maradona, che si è rifiutato di dare un parere su chi potrebbe essere il futuro allenatore ideale per l’albiceleste. “Non posso dire chi potrebbe essere il migliore, perché quel posto è mio. Possono scegliere chiunque, ma nessuno avrà lo stesso rispetto che ho avuto io per i giocatori”. Maradona è convinto che anche questa volta la gente non lo abbandonerà. “Tornerò perché è la gente che lo vuole, e al sentimento popolare non si comanda. Il termometro è sempre la strada”, ha affermato. I recenti sondaggi promossi dai due principali quotidiani argentini, Clarin e La Nacion, non hanno evidentemente alcun fondamento per il “Diez”. In entrambi i casi, infatti, i voti contrari al suo ritorno sulla panchina albiceleste hanno sfiorato il 90%. Ma il termometro di Maradona deve funzionare in modo differente.
Fonte_Gazzettadellosport