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Ponticelli: Non possiamo trasformare lo stadio in una prigione

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«Ho sporto denuncia per l’accaduto e ho mandato una lettera di sollecito alla Napoli Servizi per organizzare una sorveglianza più efficace».
Assessore Ponticelli, come si svolge la vigilanza dello stadio San Paolo?
«Lo stadio è di proprietà comunale. Il terreno di gioco e alcune parti, come gli spogliatoi, sono gestiste dal Calcio Napoli. La sorveglianza è affidata appunto a Napoli Servizi che ha l’obbligo di sorvegliarlo 24 ore al giorno».
Con quanti uomini?
«Almeno due a turno».
Bastano?
«Ilfatto è che loro sono allocati all’ingresso di via Tanzillo, dove sono gli spogliatoi. I ragazzi sono entrati da un’altra parte, dalla recinzione della curva A. Infatti alla fine uno dei 14 enni è stato bloccato proprio da un custode, accortosi di quanto stava accadendo».
Il San Paolo è sicuro?
«Ricordiamo che prima era molto facile entrare nel San Paolo. E infatti accadeva con frequenza. Noi abbiamo alzato la recinzione. Certo, non possiamo farlo all’infinito. Ci sono delle regole urbanistiche da rispettare.Quindi alla fine se esiste una volontà di entrare nello stadio, che poi è un impianto gigantesco, lo si può fare. Mica possiamo trasformarla in una prigione. Però è la prima volta, onestamente, che accade una cosa del genere».
Per evitarle in futuro?
«C’è un sistema di videosorveglianza nuovo di zecca. Con una centrale operativa all’interno dello stadio che funziona bene».
Però funziona soltanto durante le partite.
«Stiamo vedendo con la Questura, che gestice la sala operativa, se sarà possibile far funzionare la videosorveglianza per 24 ore al giorno. Tecnicamente penso sia possibile, dobbiamo vedere l’organizzazione».
Per l’incontro con il Liverpool andrà tutto a posto?
«Sicuramente si. Ieri abbiamo definito tutti i dettagli nel Comitato per l’ordine e la sicurezza. Sarà una festa di sport».
Il Mattino

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