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"Contro Corrente": Piove sul bagnato

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Stasera è proprio il caso di dirlo. Prendendo spunto dall’acquazzone che non ha smesso per un attimo di “accompagnare” il Monday night del San Paolo, per gli azzurri, il boccone amaro, è duro da digerire. Tanti, troppi, gli aspetti negativi che hanno condizionato la gara disputata dai partenopei, ai quali, stasera, la dea bendata ha letteralmente girato la faccia.
Facciamo però un po’ d’ordine nel tourbillon di emozioni (rabbia e stupore su tutti) per cercare di analizzare, il più obiettivamente possibile, la prestazione offerta stasera dalla banda Mazzarri.
Partiamo proprio dall’undici schierato dal tecnico toscano, che per la terza gara di fila utilizza la stessa formazione, fatta eccezione per Cannavaro, sostituito, egregiamente, da Aronica. Un segnale chiaro quello dell’ex tecnico blucerchiato, che lamenta ancora più di una perplessità sui gregari relegati in panchina. E, in un certo senso, come dargli torto. Gargano e Pazienza meriterebbero un turno di stop, ma quali possibili alternative da schierare al centro? Yebda, tanta corsa per carità, ma quanto a capacità tecniche e velocità non è ancora in grado di sopperire al dinamismo di Gargano. Ma allora perchè non affidarsi ad un centrocampista navigato come Blasi, scomparso dall’ideale tecnico di Mazzarri dopo il rosso di Firenze. E Sosa? I piedi ci sono, ma ancora non ci si riesce a capacitare quale molla bisogna far scattare per scatenare la fantasia del principito. La lingua batte dove il dente duole: la coperta è corta, ed urgono rinforzi per gennaio.
Lo dice il gioco, lo dicono soprattutto i risultati. Anche le statistiche non sorridono agli azzurri, che nelle ultime tre gare (Catania, Liverpool e Milan) hanno totalizzato la miseria di due punti su nove disponibili. Ancor peggiore il dato riguardo ai successi casalinghi. Il Napoli non riesce più a sfruttare il fattore campo: sei gare, tra campionato ed Europa League, tre pareggi (Bari, Utrecht e Liverpool), due sconfitte (Chievo e Milan) ed appena una vittoria, nel derby del sole contro la Roma. Un segnale preoccupante, perché, i famosi “guerrieri della notte” sono ormai dispersi da tempo. Resta, fino ad ora, soltanto l’ottimo trend esterno a tenere alto il morale in casa azzurra, ed è forse da qui che bisogna ripartire, con la trasferta di Brescia ormai alle porte.
Tra tecnica e statistiche, sorgono diversi dubbi anche sull’aspetto caratteriale della squadra. Il martello pneumatico che schiacciava gli avversari nei primi minuti di gioco è stato prontamente sostituito con una partenza col contagocce, che, puntualmente, permette allo sparring partner di turno di approfittarne per passare in vantaggio. E’ successo col Bari, il bis a Catania, stasera altra replica contro il diavolo rossonero. Forse l’aria che si respira al vertice della classifica ha giocato un brutto scherzo al gruppo, ma, più probabilmente, la famosa coperta troppo corta comincia a sortire i primi, preoccupanti, effetti su una squadra “costretta” a scendere in campo ogni tre giorni.
Non stiamo qui a puntare il dito per capire di chi è la colpa, preferiamo invece esortare la società, dirigenza e tecnico a trovare al più presto il bandolo della matassa, perché sennò, va a finire come due stagioni fa, quando, a farne le spese, fu il buon Edy Reja, oggi artefice della Lazio dei miracoli.
Ultima, dolente, parentesi dedicata all’arbitraggio di Rizzoli. Se c’è qualcuno che ha fatto peggio del Napoli stasera, è stato proprio il fischietto di Bologna, che ha peccato gravemente nell’uniformità di direzione. Giusto il rosso a Pazienza per doppia ammonizione, però poi perché non tener conto di un tocco di mano di Robinho, sempre nel primo tempo? Delle provocazioni di Ibrahimovic? Degli spintoni rifilati da Sokratis a Lavezzi nel secondo tempo? E dell’entrata a forbice di Bonera? E la reazione della panchina rossonera durante la rissa? Egregio Signor Rizzoli, ma dov’eri stasera invece di arbitrare una partita di pallone? Domande alle quali non riceveremo mai risposta.
Risultato pessimo, direzione ancora peggio, ma c’è qualcosa che davvero ha riempito d’orgoglio il cuore dei tifosi partenopei. E’ stata la reazione dei vari Lavezzi, Cavani, De Sanctis, che nel secondo tempo, pur con un uomo in meno, non hanno rinunciato ad attaccare, ad inseguire ogni pallone, a far sì che il Milan, pur in superiorità numerica, stesse lì, nella sua metà campo, a girar palla, a ritmi bassi, anziché chiudere la partita. La paura che gli azzurri hanno trasmesso ai rossoneri, quella sì che è piaciuta ai tifosi, soprattutto quando, quel discolo di Lavezzi, ha insaccato, con eleganza, il cuoio della speranza. E’ così, che nonostante il ko, il San Paolo è passato dai fischi durante l’intervallo, agli applausi a scena aperta a fine partita. E’ questa la vera forza di questa squadra: si perde o si vince, sempre e comunque tutti insieme. Allora coraggio, azzurri.
Francesco Auricchio

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