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Il tifoso ubriaco: AUGURI DIEGO!

2 Commenti

Caro Diego,
tra pochi giorni compirai 50 anni. Tutti i napoletani avranno un pensiero per te, tutti, anche se solo nella loro testa, diranno: auguri “mano de Dios”, auguri figlio di Napoli.
Io sarò tra questi, felice di essere uno dei tanti, senza la presunzione di amarti più degli altri, senza disprezzare chi non ha avuto la fortuna di vederti giocare al San Paolo, senza discriminare i miei fratelli o chi pur amando altre squadre non ha mai messo in dubbio che tu eri il più grande di tutti.
Perché ti scrivo questo? Lo faccio perché mai come adesso ci sarebbe bisogno di te in questa città, in questo stadio. Io c’ero a vederti giocare, respiravo l’aria di Fuorigrotta già da piccolo e non posso non prendere in considerazione la differenza di sensazioni tra quei tempi e questi, e non parlo solo di risultati. Tu ci hai fatto crescere sotto tutti i punti di vista, ci hai insegnato a non temere nessuno, ma ad essere leali con gli avversari, ci hai aiutato a diventare la tifoseria più bella e più coreografica d’Italia, ci hai reso una famiglia. Io allo stadio ci andavo con altri 53 in quel periodo e quel numero si allargava a dismisura in curva B. Eravamo fratelli appassionati, coesi e uniti con e per il Napoli.
Ora non è più così. Ora si aggredisce il tifoso avversario (anche i turisti), su facebook abbondano pagine di presunti ultras che incitano alla violenza, si tende a spaccare quella coesione di un tempo con etichette all’interno della stessa tifoseria. La cosa che mi fa più male riguarda la questione del “tifoso occasionale”. Se ne sente parlare in continuazione per radio, sul web, per strada, allo stadio. Anche sul nostro sito c’è stato un acceso dibattito dopo l’articolo di Lucas Marin e alcune dichiarazioni mi hanno lasciato davvero esterefatto, figlie di una mentalità ristretta che va a cercare di restringere il campo di libertà personale e decisionale del singolo a discapito delle idee di un gruppo ristretto di “ultras” o presunti tali.
Il Napoli conta milioni di tifosi al mondo. È l’unica squadra (e non è un top team) che può portare 150.000 appassionati allo stadio in 3 partite (Roma, Liverpool e Milan). Il Napoli è di tutti i tifosi sparsi per il globo, non di pochi. Chi ha seguito gli azzurri nell’ inferno della C, in ogni campo della periferia calcistica merita rispetto, ma questo non deve essere preso a pretesto per creare diseguaglianze. Merita lo stesso rispetto chi abita a centinaia di km. e riesce a essere poche volte al San Paolo, chi non ha la possibilità economica di esserci sempre, chi vorrebbe portare i figli allo stadio ma ha paura, chi è davanti alla TV e soffre come se fosse lì. Il Napoli esiste anche grazie a questa persone che garantiscono alla società diritti televisivi tra i più alti dell’intera serie A, alla gente che fonda club dovunque al mondo.
Tutti noi siamo il Napoli e siamo Napoli.
Io sono contento quando vedo una grande affluenza al San Paolo. Tifoso chiama tifoso, passione chiama passione, civiltà chiama civiltà. Quello che qualcuno chiama adesso “tifoso occasionale” è lo stesso che domenica prossima, magari, porterà la sua donna a Fuorigrotta, un domani i suoi figli, contribuendo a rendere la curva quello che deve essere: luogo di aggregazione e di passione collettiva, una passione tutta azzurra.
Diego, lo so che ti fa male leggere queste cose, che non è il regalo più bello che potevamo farti, ma non possiamo non essere sinceri con te. Il regalo lo chiediamo a te. Di tornare nella nostra terra, di riportare sotto questo cielo lo spirito di un tempo, quello che ci ha reso unici (squadra e tifo) in Italia e in Europa.
Auguri piccolo grande genio. Auguri figlio di Napoli.
Luciano Miele

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