Ieri sera si è ripetuto il solito dramma “gualteriano”. I primi 45 minuti giocati di cuore e fantasia dai nostri ragazzi che affrontavano a testa alta una delle squadre più titolate del mondo. Purtroppo, dall’altro lato, non c’erano solo la storia, uno stadio mitico, 11 giocatori, c’erano anche Steven Gerrard e un allenatore che sa fare il suo mestiere: Roy Hodgson. Il Napoli ha cominciato a subire il “gioco” schiacciato nella propria metà campo, mostrando tutta la propria inconsistenza e carenza assoluta di una idea di gioco.Come al solito il nostro tecnico ha pensato di poter portare a casa il risultato confidando sulla buona sorte, ma non è stato così. Prima del clamoroso liscio di Dossena, che fino a quel momento aveva giocato una gara sontuosa, i reds erano andati vicinissimi al pareggio in almeno quattro occasioni. Non si può giocare all’Anfield confidando in una resistenza ad oltranza fino al novantesimo, anche se il povero Dossena avesse chiuso o l’arbitro avesse fischiato sull’entrata di Gerrard su De Sanctis difficilmente la partita si sarebbe chiusa sullo 0 a 1.
Il nostro “tecnico” non è stato in grado di invertire i ritmi della partita. A cosa serve far entrare Yebda al trentottesimo? Per mantenere il 2 a 1? Non era meglio farlo entrare all’inizio del secondo tempo con l’unico ordine di marcare stretto il loro capitano? A cosa serve tenere in campo Cavani così stanco? Lui è forse il nostro uomo migliore, ma è stato troppo sovraccaricato. Possibile che quella di ieri sera era una partita dove fare un solo cambio e per giunta al minuto 38 del secondo tempo?
L’anno scorso Mazzarri affermò che, con la rosa che aveva Mourinho, anche lui avrebbe vinto lo scudetto. Io credo che l’allenatore del Napoli debba svegliarsi da un sogno in cui è caduto da troppo tempo e cercare di imprimere a questa squadra un gioco degno del nome che porta, del campionato che gioca e soprattutto degno dei tifosi che la seguono.