La serata magica si dissolve allo scadere e lascia il Napoli nudo di fronte ai suoi difetti. E’ stato bello, è stato un sogno vincere ad Anfield, cullato per un’ora e un quarto, poi spezzato all’improvviso sotto i colpi di uno scatenato Gerrard. Scatenato ma anche furbo ad approfittare delle ingenuità amabilmente confezionate dagli azzurri. Principi per più di un’ora per poi ritrovarsi come Cenerentola, senza scarpe e senza punti. Peccato, poteva essere la notte della storia scritta tutta in una sera, ma da questo match va fatto salvo un bel po’ di episodi tutti positivi. L’applauso finale dei cinquemila tifosi azzurri sono rappresentativi di una conferma che il Napoli ha il dovere di far lievitare fino ad una solidità che per adesso manca. E’ piaciuto il piglio propositivo e sereno della squadra partenopea, capace di rispondere colpo su colpo ai più blasonati avversari. Squadra compatta, con pochissime sbavature, ma a quelle ci ha pensato De Santis con i soliti interventi “salva tutti”\del primo tempo. Dalla gara di ieri sera è arrivata anche la conferma della clamorosa crescita di Lavezzi: prima dello splendido gol da vero fuoriclasse, aveva fatto tremare Reina con una fucilata in diagonale, terminata di poco fuori. E poi, quella sistemazione da punta centrale ne sta esaltando le caratteristiche di bomber puro. Non è piaciuto, invece, Cavani, apparso spaesato e fuori gara nell’appuntamento più importante di questa sua esperienza napoletana: se non avesse fornito l’assist al Pocho, il giudizio dovrebbe essere negativo per intero. Andava sostituito, perché era evidente a tutti che non riusciva a garantire al Napoli la permanenza nella metà campo avversaria con un controllo di palla, pressoché inesistente. La permanenza di Cavani in campo per tutta la partita è stata la dimostrazione, un’altra volta, di quanto il Napoli abbia bisogno di un maggior utilizzo della panchina. Il primo cambio di Mazzarri c’è stato al 38’ del secondo tempo, quando Yebda ha preso il posto di un Hamsik nuovamente evanescente: al cospetto di uno straripante Gerrard ha capito quanta strada deve ancora fare per poter essere anche lontanamente paragonato al capitano dei Reds. Dal suo ingresso in campo è cambiata la partita, ha fatto tutto ciò che voleva, sempre. Campioni di questo calibro vanno marcati quasi ad uomo, da formazioni come il Napoli che soltanto adesso stanno conoscendo il proscenio internazionale. Risultato a parte, più luci che ombre per il Napoli del primo tempo. Una lezione di calcio e di strategia, invece, è stata recepita nella seconda parte del match. Lezione dalla quale tutti dovranno prendere insegnamento, la società, la squadra, ma anche il tecnico. La panchina va utilizzata con maggiore frequenza, soprattutto quando sei in vantaggio ad Anfield e qualcuno dei tuoi protagonisti comincia ad andare in affanno. L’utilizzo dei cambi è fondamentale, ma anche il cambiamento tattico a gara in corso, quando ti accorgi che non ti riesce più tutto come prima. Il 3-1 di ieri, se compreso bene, va considerato come un momento di grande crescita.