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"Contro Corrente": Napoli, infarto sfiorato

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Un digiuno lungo quindici anni. Poi, un lampo. 94 minuti e la gioia improvvisamente percuote il cuore dei tifosi partenopei. Un Pocho immenso regala tre punti più che preziosi, che lanciano il Napoli lassù, da solo, sul gradino più basso del podio.
Poche parole per rendere l’idea di quella che è stata la gara del Sant’Elia. Ma, in realtà, c’è tanto altro da raccontare, perché il successo di Cagliari è frutto di un atteggiamento nuovo, più maturo, da grande squadra, da parte di Cannavaro e soci. Una squadra, quella partenopea, che da subito ha preso in mano il pallino del gioco, dettando i ritmi e provando a colpire al momento opportuno. Ci ha provato prima Gargano, poi il primo lamo del Pocho, con un colpo di testa finito fuori di un soffio. Ma al di là di quanto creato, il Napoli è stato bravo nel limitare l’avversario, concedendo una sola occasione in tutto l’arco della gara, con Nené, direttamente su punizione.
Nel secondo tempo, magari qualcuno poteva aspettarsi un calo fisico o psicologico, ed invece, l’atteggiamento da big è continuato a prevalere, con i partenopei sempre lì, a giocar palla coi tempi giusti. Poi, la fiammata. Un contropiede da manuale, da infarto, che solo grazie all’intuito di Cavani e alla rapidità di Lavezzi ha regalato al Napoli una vittoria attesa da quindici anni.
La vendetta perfetta, quella che non ammette repliche. Perché tornare dal Sant’Elia con soltanto un punticino, in tutta sincerità, sarebbe stato un vero spreco più che altro per la pochezza dell’avversario. Bisogna magari cercare di sbloccarle prima questo genere di partite, ma, almeno per ora, restano questi dei dettagli che il tecnico Mazzarri dovrà limare durante il proseguo della stagione.
Meglio magari soffermarsi sulle prestazioni dei singoli, sulle piacevoli sorprese che portano il nome di Santacroce, di Yebda (ormai una certezza per il centrocampo azzurro), e, per certi versi, anche di Sosa. Un giocatore tecnicamente straordinario, manca però ancora il guizzo vincente, la lucidità nell’ultimo passaggio. Monumentale Gargano, finalmente ritrovato dopo un breve periodo d’appannamento. Positiva anche la prestazione di Hamsik. È vero, lo slovacco non segna più come negli anni precedenti, ma i suoi ripiegamenti a centrocampo sono fondamentali sull’equilibrio tattico dello scacchiere partenopeo.
Deludono, e duole sottolinearlo, Dossena e Maggio. Ma, se per il primo regge l’alibi per la condizione fisica precaria, che lo ha poi costretto a lasciare il campo anzitempo, per il secondo non ci si riesce davvero a capacitare come si possano sbagliare degli appoggi o degli stop in fase di possesso. Col cuore, nel finale di gara, si è sacrificato in difesa, causa infortunio di Campagnaro, ma da lui, ci si aspetta molto di più.
Superato l’esame in terra sarda, per il Napoli, domenica, sarà tempo di amarcord, con gli azzurri chiamati all’impresa all’Olimpico di Roma, contro la Lazio dell’ex Edy Reja.
I biancocelesti hanno perso, nel finale, a Cesena, ma avranno tanta voglia di riscatto in vista di domenica, nel lunch time, contro gli azzurri. Vincere all’Olimpico aprirebbe nuovi scenari in campionato, meglio però non lasciarsi prendere dall’entusiasmo: godiamoci Cagliari, concentriamoci per Roma.
Francesco Auricchio

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