Si parla tanto di squadra stanca, mancanza di alternative e calendario zeppo di impegni ravvicinati. Ebbene, sono diversi gli elementi che necessitano di tirare il fiato: se un Hamsik appare e scompare dal campo e in molti lo adducono alle troppe gare giocate che hanno stremato il fisico e la mente dello slovacco e un Cavani ha tutti gli alibi di questo mondo, fosse solo per la caterva di gol nonostante i viaggi transoceanici post Mondiale che ha dovuto sobbarcarsi e le continue maglie da titolare, c’è una pedina dello scacchiere di Mazzarri che proprio non riesce a ingranare. Stiamo parlando di Christian Maggio, il quale dall’inizio della stagione si rende autore di prestazioni sottotono o avulse dall’intero contesto di squadra; l’esterno destro, acquistato nel 2008 da De Laurentiis e Marino per ben otto milioni di euro dalla Sampdoria, dopo i primi due anni convincenti sta attraversando una preoccupante fase di involuzione. Non si sa se per una scarsa condizione atletica o per poca lucidità psicologica, fatto sta che allo “scooter” vicentino il motore ha smesso di rombare. Poco presente in zona gol, timido lungo l’out e apporto quasi nullo alla manovra offensiva: queste, in sostanza, le lacune che da troppo tempo emergono dalle prove di un Maggio a tratti irriconoscibile. Preoccupante come uno degli esterni più forti del nostro paese non riesca a invertire la rotta; e purtroppo, a subirne le conseguenze, oltre che il singolo calciatore è soprattutto un Napoli al quale sta venendo meno una variante, quella del laterale “killer”, che dall’approdo di Christian alle pendici del Vesuvio è stata spesso preziosa per scardinare difese o risolvere match intricati. E se ci si mette anche uno Zuniga in buona forma, la panchina per il vicentino potrebbe ben presto diventare realtà. In attesa di tempi migliori…