Novembre 28, 2010
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Incontrare l’Udinese non è mai un divertimento, non lo era neanche ai tempi in cui il ritorno al “Friuli” di Pierpaolo Marino aveva forti contenuti nostalgici. Adesso c’è da salutare il buon German Denis, uno che avrei tenuto perché una punta discreta di riserva ci vuole sempre, e Mazzarri lo sa al punto che ne cercherà una a gennaio, se meglio di Denis non so. Incontrare l’Udinese con Guidolin in panchina è anche peggio, perché il tecnico/ciclista è un ottimo tattico che sa caricare al meglio le sue squadre – almeno nel primo anno – e ama sfidare tutti i colleghi: il “nostro” livornese ha un’occasione d’oro per metterlo in riga, sparandogli addosso i Tre Tenori che stanno conquistando l’attenzione nazionale con i loro gol e le loro prestazioni a dir poco eccellenti. Al proposito m’è piaciuto, ieri, ascoltare l’accorata difesa che Mazzarri ha fatto delle virtù di Hamsik; m’è piaciuto, insomma, scoprire che il tecnico ha le mie stesse idee, avendo io “cantato” Marekiaro già dai suoi primi passi – e calci, e gol – in maglia azzurra. Quando mi chiedono se vedo per il Napoli un futuro da Champions e dico sì, non esibisco ottimismo demenziale o demagogia spicciola: mi rifaccio alle qualità di una squadra che è più che decorosa in difesa e a centrocampo (le concorrenti non se la cavano meglio, il Milan dei tre mediano approfitta…della precarietà fisica di Pirlo e dunque vedete a che livello è arrivato il nostro calcio…), mentre in prima linea è superiore al Milan, al Palermo, all’Inter rabberciata e alla Juve, inferiore solo alla Roma di Totti, Vucinic e Borriello e Menez. Al Napoli – considerate le sue ultime prestazioni, non troppo significativa la sonante vittoria sul povero Bologna – serve una carica speciale, un’iniezione di baldanza che gli consenta di tentare la conquista dei tre punti; quando si vuole scalare la classifica e restare sempre in vetta è determinante cogliere vittorie, i pareggi, se si hanno ambizioni importanti, somigliano drammaticamente alle sconfitte e servono semmai a chi deve faticosamente costruire la salvezza. Aspettiamo dunque di vedere in scena “Il Napoli del coraggio”, uno speciale film/panettone che può e deve avere anche la sua versione europea: Utrecht è la prossima tappa dell’impegnativo e faticoso Tour del Napoli. Due passi avanti – in Italia e in Europa – consentirebbero a Mazzarri di batter cassa senza tradire la sua vocazione aziendalista: De Laurentiis è pronto a spendere se vede non lontani orizzonti di gloria.
P.S. Leggo nei blog singolari riassunti di miei articoli pubblicati su questo giornale e delle mie interviste telefoniche rilasciate alle radio napoletane: ebbene, mi sembra d’essere estraneo a quei commenti, a quelle parole, e al dubbio d’essere colpito da smemoratezza oppongo la certezza di essere “tradotto” malamente da giovanotti incapaci di sintesi corrette, un genere molto richiesto…all’esame di giornalista. Finchè non avranno imparato, chiedo di essere risparmiato.
Italo Cucci per il “Roma”
P.S. Leggo nei blog singolari riassunti di miei articoli pubblicati su questo giornale e delle mie interviste telefoniche rilasciate alle radio napoletane: ebbene, mi sembra d’essere estraneo a quei commenti, a quelle parole, e al dubbio d’essere colpito da smemoratezza oppongo la certezza di essere “tradotto” malamente da giovanotti incapaci di sintesi corrette, un genere molto richiesto…all’esame di giornalista. Finchè non avranno imparato, chiedo di essere risparmiato.
Italo Cucci per il “Roma”