15 49.0138 8.38624 1 1 4000 1 https://www.tifonapoli.it 300 0
theme-sticky-logo-alt
theme-logo-alt

Maggio: «Non molliamo mai, abbiamo il carattere del nostro allenatore»

0 Commenti

Nella zona Mazzarri, quella che comincia a cinque minuti dalla fine di una partita, quando tutto sembra già deciso, è entrato tre volte. Maggio consegnò all’allenatore la prima vittoria sulla panchina del Napoli, quella contro il Bologna per 2-1 il 18 ottobre 2009: gol al minuto 91. Sette giorni dopo, a Firenze, avrebbe cancellato con una prodezza all’88’ un anno senza vittorie esterne per gli azzurri. E poi il gol al Palermo nella notte incantata. Sirigu che respingeva un tiro dopo l’altro («Ero ispirato, avevo già provato tre volte a segnare»), il Napoli che non mollava e faceva esplodere i quarantamila del San Paolo al 95’. Con quello strano tocco di Maggio. «Non ero riuscito a deviare il pallone di destro, però l’ho agganciato con l’altro piede. Così è stato più emozionante». Questo Napoli è roba per cuori forti. «Non molliamo mai, abbiamo il carattere del nostro allenatore». Che un anno fa, dopo il pareggio afferrato clamorosamente contro il Milan (da 0-2 a 2-2 con le reti di Cigarini al 90’ e di Denis al 92’), si arrabbiò in campo con i suoi: «Cosa c’è da festeggiare? Tornate a centrocampo, possiamo vincerla questa partita». Maggio non si sorprese quando lo ascoltò. Ha conosciuto Mazzarri alla Samp e, quando il tecnico ha sostituito Donadoni, sono stati lui e Aronica a spiegare ai compagni i dettagli del suo gioco. Che è sacrificio, prima che spettacolo. Lo sa bene l’esterno che si adatta a giocare da terzino destro, decine di chilometri percorsi sulla fascia. «Mazzarri è un allenatore tosto, un professionista che cura alla perfezione la preparazione alla partita: è come se ci guidasse con il telecomando. Non molla mai, in particolare su una panchina così importante come quella del Napoli, e ci ha trasmesso la sua carica. Anche contro il Palermo abbiamo giocato con il cuore dal primo minuto», ha sottolineato Maggio, un intoccabile per l’allenatore. Lo ha difeso, e confermato, nelle giornate più grigie. Maggio si è appena sbloccato, con quel gol al Bologna dopo due minuti. Era partito male. «Non ho cominciato bene la stagione. Ma adesso sento di essere avviato verso la forma migliore». Questione di condizione e non solo. Maggio è uno dei nazionali non convocati da Prandelli, il nuovo commissario tecnico, dopo i Mondiali. «L’Italia? Penso al Napoli, quello è un successivo obiettivo», ha glissato Christian, che con l’erede di Lippi non ha avuto feeling ai tempi della Fiorentina. Un’altra cosa il rapporto con Mazzarri. «Mi è stato vicino, come i compagni, quando le cose non andavano bene. Lunedì sono stato aiutato dalla squadra, abbiamo potuto regalare ai tifosi una gioia ampiamente meritata». Il Napoli cuore e corsa, modellato da Mazzarri e dal preparatore atletico Pondrelli, sa far felice il popolo del San Paolo. Cade (a Udine), si inceppa (a Utrecht) e poi esplode. Il terzo posto diviso con la Juve, nel mirino la Lazio e il Milan (ieri Allegri ha fatto gli elogi a Mazzarri e agli azzurri). «Dove possiamo arrivare? Anzitutto, vogliamo centrare la qualificazione ai sedicesimi di Europa League. Abbiamo chiuso la scorsa stagione con un risultato importante e ripetersi non è facile. Siamo partiti bene, i risultati sono positivi e le motivazioni sono forti. Vogliamo continuare su questa strada: ci sono i presupposti per fare grandi cose, mantenendo questa umiltà e questa concentrazione», ha assicurato Maggio, sottolineando un altro aspetto. «I nuovi giocatori hanno dato qualità e si sono inseriti bene. In questo gruppo c’è la massima armonia». Christian non si è abbattuto quando non riusciva a superare l’avversario, ad offrire un assist, a tirare in porta. Ha vissuto periodi peggiori. Due gravi infortuni, a Firenze e a Napoli, avrebbero potuto rovinargli la carriera e invece lui ha trovato la forza per recuperare. Basso il tono di voce, evidente la timidezza, però il carattere è d’acciaio. E dopo ogni gol, prima dell’inchino per i tifosi, c’è uno sguardo verso il cielo: Maggio sente vicino papà Angelo.
Francesco De Luca per “Il Mattino”

Indietro
Avanti