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"Contro Corrente": Vamos Napoli!

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Ed ora vengono le belle. Dopo sei folli giornate, il Napoli riesce a staccare il biglietto per i sedicesimi di finale. Sedici anni dopo, il Napoli torna tra le grandi d’Europa, riuscendo a tagliare un traguardo, sfuggito a tutte le altre concorrenti italiane.
È proprio questo il primo punto a favore: la soddisfazione, il vanto, di poter tenere alto l’onore del tricolore in un momento in cui il calcio italiano attraversa uno dei periodi peggiori della sua storia.
Un premio per l’impegno, l’abnegazione, la voglia di vincere della banda Mazzarri che, ancora una volta, sblocca il risultato oltre il 90’. Una virtù di un gruppo fantastico che fino alla fine dà tutto se stesso per perseguire i propri obiettivi.
Ma in un gruppo così amalgamato, c’è anche chi, al momento opportuno, decide di salire in cattedra, per prendere per mano i compagni almeno fin quando si ha la forza per farlo. È un po’ il caso dei vari De Sanctis, Cannavaro, Hamsik e Cavani: la spina dorsale dello scacchiere azzurro, che con il cuore riesce a sopperire alle assenze di uomini chiave, vedi Lavezzi e Gargano, regalando tanta passione a chi, per tutto l’arco della gara, non ha mai smesso di sostenere la squadra.
Anche quando però con il cuore si riesce a superare l’ostacolo, non mancano le note stonate: gli azzurri hanno infatti sofferto troppo a centrocampo, soprattutto nella prima frazione, a causa anche della mancanza dello straordinario dinamismo di Gargano. Pazienza fa quel che può, anche perché lo stesso Yebda non brilla. Con Maggio bloccato dal pressing asfissiante dei rumeni, Vitale ha provato a farsi notare solo a corrente alternata. Ancora peggio poi se si pensa alla prestazione di Zuniga. Il colombiano, dopo la bella prova di Marassi, diventa anche lui preda dell’imbuto orchestrato dai rumeni, palesando così ancor di più i suoi limiti in fase d’impostazione e di appoggio alla manovra offensiva.
Mazzarri prova a muovere un po’ le carte, ma anche l’ingresso in campo di Sosa regala poca verve ad una squadra che, nei minuti finali, si è aggrappata alle invenzioni di Hamsik ed alla personalità di Cavani. La zuccata del Matador ha, fortunatamente, messo le cose a posto, ma quando si valicano i confini europei, è bene lavorare ancor più a fondo su questi punti, puntellando magari a dovere la rosa con la campagna acquisti ormai imminente.
Piccola parentesi anche per l’arbitro Kralovec. Il fischietto ceco non sfigura nella prima parte di gara, facendo prevalere il buon senso, ma quando, a partita inoltrata, i rumeni eccedevano con il loro agonismo in campo, beh magari qualche cartellino in più non avrebbe fatto male. Anche perché poi, a farne le spese, è stato uno dei nostri, capitan Cannavaro, che sarà così costretto a saltare la gara d’andata dei sedicesimi di finale.
Archiviata la parentesi di coppa, il Napoli si rituffa sul campionato, dove al San Paolo, ospiterà il Lecce dell’ex Gigi De Canio. Partita, aldilà della classifica, difficile per gli uomini di Mazzarri, col tecnico toscano costretto a reinventare la difesa a causa delle squalifiche di Aronica, Campagnaro e Cannavaro, senza contare le assenze anche di Pazienza, Lavezzi, e quella da lungo tempo di Lucarelli.
Dai fasti europei a quelli di casa nostra: per trascorrere le festività natalizie al secondo posto in classifica serve un’altra vittoria per chiudere col botto un 2010 a forti tinte azzurre.
Francesco Auricchio

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