Peccato che non si possono giocare al lotto altrimenti sarebbe stato un ambo perfetto: 97 e 93, i minuti dei gol di Cavani alla Steaua tra andata e ritorno. Ormai ai rumeni fa più paura il Matador nel recupero che Dracula a mezzanotte. È l’uruguaiano il protagonista della notte magica del San Paolo. Una notte che ha mandato in estasi i 50.000 del San Paolo. Un gol arrivato quando ormai nessuno ci credeva più.
È vero che il Napoli non molla mai, che negli ultimi minuti di una partita degli azzurri può succedere di tutto e che la squadra partenopea ci ha ormai abituato a questo tipo di emozioni, ma ieri la sensazione che il miracolo non potesse avvenire c’era. Eccome. Soprattutto dopo il colpo di testa di Maggio di poco alto o il palo del solito Cavani. Il San Paolo spingeva – e pure tanto – ma più passavano i minuti e più lo scoramento prendeva il sopravvento. Il fortino della Steaua, le continue perdite di tempo e un Napoli non certo brillante allontanavano sempre di più il sogno dei sedicesimi. Quando tutto sembrava perduto. Quando oramai ci eravamo rassegnati a passare Natale in Sudafrica e non in Europa ecco che arriva – rapace – la nuca del Matador. Un gol che più lo rivedi e più sembra impossibile. La palla è passata nell’unico spazio dove fisicamente poteva passare. Chiamatelo pure un gol fortunoso, ma la voglia del Napoli meritava questo premio. Gli azzurri sono stati l’unica squadra italiana a credere nell’Europa League. Il passaggio del turno è stata la logica conseguenza. Ma neanche il tempo di godersi la vittoria che è già tempo di pensare al Lecce. L’ultimo esame di un 2010 indimenticabile. Perché ormai è chiaro. Il Ciuccio non soffre più di vertigini. Ormai ha imparato a volare.