Aurelio De Laurentiis garantisce di non essere lui, con l’aiuto di qualche esperto di thrilling, a sceneggiare le partite del Napoli: stavolta, appena prima del solito decisivo gol nel recupero, c’è stato il salvataggio all’ultimo respiro di Grava (che Mazzarri è corso a baciare dopo la rete…) sulla linea ad aumentare la suspance e la goduria dei tifosi napoletani. Per la vittoria sul Lecce, certo, ma anche e soprattutto per il contemporaneo pareggio della Juventus (mentre Grava respingeva il tiro di Corvia, a Verona pareggiava Pellissier: da queste parti ci credono, a ‘ste coincidenze…) che permette al Napoli di starsene a soli tre punti dal Milan in compagnia della Lazio. Uomo dei sogni, come già contro la Steaua, ancora Edinson Cavani (capocannoniere con 10 reti in compagnia di Di Natale: «Il gol? Il mio regalo di Natale per Napoli e per tutti i napoletani. Adesso ci godiamo la vacanza, poi al ritorno cercheremo di continuare su questa strada»), ma questa volta con uno straordinario destro da 23 metri che si è infilato dritto dritto agli incroci. Non può essere un caso, a questo punto, che da quando c’è Walter Mazzarri questa squadra abbia segnato 21 volte nei minuti finali e che quest’anno ci sia già riuscita in 10 occasioni: 8 in campionato e 2 in Europa League. «Siamo nati per soffrire – si è lasciato andare il tecnico -. Si parla tanto di “zona Mazzarri”, ma chiamiamola pure “zona Napoli”. Raccogliamo quanto riusciamo a costruire nei 90 minuti. Anche col Lecce mi sembra che abbiamo raggiunto il 70% di possesso- palla: teniamo il pallone molto più degli altri e a questo abbiniamo la voglia di non mollare mai. Abbiamo chiuso con un ciclo positivo ( 4 vittorie nelle ultime 4 gare, n.d. r.). E anche quella col Lecce, viste le nostre assenze ( tutta la difesa titolare e Lavezzi, n.d. r.) e la loro buona partita, è stata un’impresa ». Infiocchettata dal gol di Cavani e arrivata a capo di una partita rognosa, anche bruttarella, in cui il Lecce si è difeso con ordine provando le ripartenze (clamorosa quella di Piatti) per sorprendere un Napoli fatalmente non brillantissimo in virtù delle fatiche di coppa. Ma ai pugliesi (pure loro privi di gente come Di Michele, Giacomazzi e Chevanton) l’urlo del gol si è strozzato in gola: «Se quel tiro di Corvia fosse entrato… Ma nel calcio ha filosofeggiato De Canio , esistono leggi non scritte. C’è un po’ di amarezza, però ai miei ragazzi posso rimproverare solo qualche errore di gioventù. Le occasioni più limpide le abbiamo costruite noi. Siamo sulla strada giusta: mica sempre ci troveremo di fronte un fenomeno come Cavani…». PROFUMO SCUDETTO… La parola oramai viene sdoganata apertamente agli addetti ai lavori, non dai protagonisti (De Sanctis: «Obiettivo il quarto posto»; Mazzari: «Ne riparliamo dopo Inter e e Juve») e nemmeno da De Laurentiis: «Non me la farete mai pronunciare, anche perché io a differenza vostra godo del presente e vivo momento dopo momento, come fa Mazzarri con la squadra. Se ormai vale la pena entrare solo nel recupero? No, perché prima ci sono state altre cose belle, a cominciare dal salvataggio di Grava. I ragazzi hanno dimostrato che non avevano la testa in vacanza». Conferme sul mercato («Fernandez arriva a giugno e adesso prenderemo un difensore mancino») e chiusura, più che meritata, su Cavani: «Chi scelgo tra lui e Ibrahimovic? Cavani: primo perché è mio, secondo perché è più giovane ed è già un fenomeno». tuttosport