Ha fatto pentire il Real Madrid, che lo aveva lasciato libero con troppa leggerezza: una stretta di mano e il cartellino regalato. Alvaro Dominguez ha cominciato a costruire il suo riscatto all’età di dodici anni, quando non ha più trovato posto nel settore giovanile delle “merengues”. E così da ragazzino, con grinta e orgoglio, andò subito a bussare alla porta dell’Atletico Madrid. Alla fine ha avuto ragione lui, Alvaro Dominguez, classe 1989, spagnolo, diventato uno dei difensori centrali più quotati della Liga. Può giocare in una linea a quattro, ma ha dimostrato di sapersi adattare anche a uno schieramento a tre. E’ mancino, nasce come terzino fluidificante, ruolo che ricopriva nella “cantera” del Real. Forte nell’anticipo, un po’ ruvido nei contrasti, prende in consegna il centravanti. Ingaggia duelli esaltanti con i suoi avversari, i tifosi dell’Atletico lo chiamano la “roccia” per il suo temperamento, però ha rimediato solo tre cartellini gialli in nove partite di campionato.
Dominguez è un altro dei nomi nella lista del Napoli. Da oltre due anni è stato promosso nel blocco della prima squadra. Ha debuttato in Champions League il 22 ottobre del 2008: era stato il tecnico messicano Javier Aguirre a pescarlo nel vivaio dell’Atletico e a utilizzarlo contro il Liverpool. Dominguez si era ritrovato titolare per sostituire il ceco Tomas Ujfalusi (ex Fiorentina). Una prova convincente: la sfida si chiuse in pareggio (1-1), gol di Robbie Keane per i Reds e risposta di Simao, su assist di Forlan, a sette minuti dal fischio finale. Scartato dal Real e rilanciato in grande stile dall’Atletico Madrid: il primo tecnico del vivaio dei “colchoneros” a puntare su Dominguez è stato Josè Maria Rico. E più avanti, nella terza squadra (l’equivalente della nostra Primavera), ha trovato in Alejandro Sanchez un altro dei suoi estimatori. Proprio Sanchez ha avuto l’idea di spostarlo al centro della difesa: Dominguez, fino a quel momento, aveva fatto il terzino sinistro. Una mossa indovinata, perché il ragazzo di Madrid (è nato il 15 maggio del 1989), ha dimostrato subito di possedere la stoffa per muoversi nel cuore del reparto arretrato. Attento in marcatura, nelle chiusure. Ordinato negli appoggi, nei disimpegni, è alto un metro e 89 per un peso-forma di 83 chili. Ha studiato da centrale con grande impegno, con intensità e dedizione. Il suo idolo gioca in Inghilterra, nel Chelsea: si chiama John Terry. Gli piace per la personalità, per il carisma, per il carattere da combattente. Dominguez non ha rimpianti legati al Real: con la maglia dell’Atletico è arrivato prima nella nazionale spagnola under 19 (7 presenze), poi nell’under 20 e adesso è nel giro dell’under 21.
Aguirre ha creduto per primo nei mezzi e nelle prospettive di questo difensore. Ma Dominguez ha avuto diverse opportunità anche sotto la guida di Abel Resino (che subentrò al messicano nel campionato 2008-09) e si è guadagnato un posto da titolare dopo l’arrivo in panchina, nell’estate del 2009, di Quique Sanchez Flores, artefice in precedenza della miracolosa scalata del Getafe e reduce dalle esperienze al timone del Valencia e del Benfica. Dominguez è stato utilizzato ventisei volte nello scorso torneo. E ha recitato una parte da protagonista nella magica cavalcata che ha portato l’Atletico Madrid a conquistare prima l’Europa League contro il Fulham (2-1 in finale), e poi la Supercoppa Europea contro l’Inter di Rafael Benitez (2-0 a Montecarlo, reti di Reyes e Aguero). Una doppietta che ha fatto uscire l’Atletico da un lungo letargo, in materia di successi: l’ultima stagione d’oro dei “colchoneros” risaliva al 1996, quando i tifosi festeggiarono lo scudetto e la Coppa del Re. Era la squadra allenata dal serbo Radomir Antic. A trascinarla erano l’attaccante Kiko, l’argentino Simeone, il centravanti bulgaro Penev, il fantasista Pantic, scuola Partizan Belgrado e specialista dei calci piazzati. Dominguez è un po’ il simbolo di un Atletico Madrid che negli ultimi anni ha investito tempo e denaro nel settore giovanile. Ha un contratto fino al 30 giugno del 2013. In questa prima parte della stagione ha continuato a mettersi in luce, richiamando l’attenzione del Napoli. Ma l’Atletico non sembra orientato a cederlo, rispettando le indicazioni di Quique Sanchez Flores, che considera Dominguez una pedina fondamentale. Il centrale ha anche segnato un gol, il primo nella Liga, proprio nell’ultimo turno della Liga, a ridosso della sosta natalizia: ha contribuito al 3-0 dell’Atletico Madrid sul campo del Malaga di Manuel Pellegrini, che ora aspetta rinforzi importanti dalla Germania (Demichelis, difensore argentino, ex Bayern Monaco) e dall’Italia (Julio Baptista, attaccante brasiliano, ex Roma). Dominguez ha firmato la rete del momentaneo 2-0 con un colpo di testa a pochi passi dal portiere Ruben, sfruttando con astuzia un assist del portoghese Tiago, che ha ritrovato energia e splendore nella Liga dopo la deludente avventura nella Juventus. Corrieredellosport