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“Contro Corrente”: Febbre azzurra

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Siamo solo noi. Quelli alle spalle della capolista. 40 punti in ventuno giornate, sesta vittoria esterna, difesa imbattuta da tre turni di fila. Il Napoli dei miracoli non è solo frutto della fantasia, di quel pizzico di fortuna, ma fonda le sue basi solide sui numeri impressionati raggiunti dalla banda Mazzarri. Certezze, realtà oggettive che ripropongono il club partenopeo nell’olimpo del calcio italiano: un trampolino obbligato per ritrovarsi anche nell’Europa che conta.
Quella del San Nicola non è certo stata la miglior prestazione offerta dagli azzurri, e proprio in virtù di ciò che essa assume ancor più vigore: vincere con pochi ma mirati affondi denota una certa superiorità, tecnica o tattica che sia, che lascia ben intendere la maturità di un gruppo condotto con sagacia, astuzia ed intelligenza dal tecnico Walter Mazzarri. La continuità di risultati era un po’ il fattore che più era mancato ai partenopei negli anni passati: oggi invece, questo Napoli è capace di tutto, di vincere più partite di fila oppure di rialzarsi immediatamente dopo un inaspettato scivolone.
La tanto agognata mentalità vincente, quella inseguita e raggiunta anni fa da Ottavio Bianchi, è ritornata, ed ora sì, condizione fisica permettendo, che i giochi cominciano a farsi interessanti.
Non c’è neanche il tempo di pensare all’impresa di Bari, che mercoledì ecco giungere un altro appuntamento con la storia: al San Paolo si riaccendono i riflettori, arrivano i pluricampioni dell’Inter, che seppur bastonati dall’Udinese, daranno tutto in campo per staccare il biglietto per le semifinali di coppa.
Un altro grande spettacolo dentro e fuori dal campo: sessantamila voci a sostenere il canto degli azzurri, per provare a scrivere l’ennesima, grande, impresa.
Difficilmente Mazzarri rinuncerà a tutti i suoi “titolarissimi”: probabile l’inserimento di Santacroce in difesa, di Yebda a centrocampo con l’ipotesi Zuniga sulla fascia sinistra, considerata la bella prestazione sfoderata dal colombiano contro i galletti pugliesi. In avanti, non c’è turn-over che tenga: con Hamsik uomo d’equilibrio ed un Lavezzi formato super, c’è solo da ritrovare il miglior Cavani, apparso al San Nicola, un po’ troppo nervoso, ma pur sempre decisivo quando c’è da scartare il cioccolatino gentilmente offerto dal Pocho sul finire del match.
Ultima parentesi tutta dedicata al condottiero azzurro, Walter Mazzarri. L’artefice prima della rivoluzione napoletana che anche ieri ha dato prova delle sue doti tecnico-tattiche, vincendo il duello a distanza con Ventura, e da comunicatore, gestendo da vero signore la mini-querelle con Gargano, infelice di lasciare il campo a partita in corso. Napoli e il Napoli ha bisogno di lui, d’altronde, senza una guida ad illuminare il cammino, come si potrebbe pensare di portare a termine la rivoluzione partenopea?
Francesco Auricchio

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