CAVANI dall’ alto dei suoi 24 gol, 17 in campionato, 3 ieri, parla da profeta. «Scudetto non si dice, noi non abbiamo limiti». Nella sua ambiguità, Cavani spiega davvero valga il suo Napoli. Non è solo la rivelazione del 2011, di più. Può diventare la squadra del decennio. Ha un futuro immenso come il suo talento, finalmente espresso dopo i chiaroscuri di Palermo. Se la società indovina altri colpi di mercato, se Mazzarri conserva la lucidità delle ultime settimane, se Cavani con Lavezzi e Hamsik esprime ancora sincera voglia di stupire: se avviene tutto questo, il calcio italiano ha trovato al Sud il grande club che aspettava. Il Napoli è la forza giovane e trascinante che può sfidare, magari con il Palermo, le arrugginite potenze del Nord. Il vaticinio di Cavani, bomber micidiale in area, ma composto nella sua antica saggezza fuori, va letto e riletto. Dice che non deve scoppiare a Napoli una febbre così violenta da bruciare un sogno, che il secondo posto va teneramente vissuto come l’ inizio di una lunga cavalcata. Si contrappone alla sua lucidità il teorema di Mazzarri: in tv il loquace allenatore toscano si infila in un labirinto di parole sulla superiore potenza di altre squadre. Ha due obiettivi evidenti: vuole anche lui come Cavani smorzare entusiasmi precoci ed eccessivi, nello stesso tempo fa sapere al mondo che lui è bravo, avendo raggiunto con un organico di giovani senza esperienza in Champions traguardi insperati. Mazzarri ha grandi meriti, ma il suo valore è pari a quello dei suoi uomini. La differenza tra il Napoli e le altre formazioni di vertice è la stessa che passa tra l’ astratto e il concreto. Tra la effimera notorietà dei nomi e l’ effettivo potenziale dei giocatori. Milan, Inter, Roma, le squadre citate da Mazzarri, hanno campioni popolari, ma alcuni ormai usurati da pesanti carriere. Il Napoli è la novità perché gioca e vince con i campioni di domani. Lavezzi meno 26 anni, Cavani e Hamsik meno di 24. Cavani è una punta moderna per la freddezzae l’ estro nelle coclusioni, per gli spazi che sa cercarsi. A Palermo era ingabbiato nel tatticismo e limitato da Miccoli. La triade ha segnato 30 dei 36 gol. Chi ne ha una così spietata, così tecnica, così ricca di talentoe di futuro? È una riflessione che purtroppo sfugge anche ai tifosi. Attratti dai grandi nomi. Assediano la società sollecitando acquisti clamorosi. Ma servono, e quali servono? Chiedono che siano acquistati i giocatori che meglio conoscono, quelli che sono quindi esplosi altrove e vendono caro il loro passato. Il Napoli dal ritorno in serie A, nel mercato delle ultime tre estati, ha puntato invece su ragazzi d’ avvenire. Il successo immediato di Lavezzi, Hamsik e Gargano ha indicato la strada. La fermezza di Aurelio De Laurentiis nel respingere le tentazioni di un ambiente facile alla nostalgia e alla retorica si rivela oggi la illuminata linea guida del suo progetto. Non rinunci alla sua coerenza. Non ebbe un attimo di dubbio per bocciare Toni e qualche altro illustre tardone. Rischia su nomi nuovi ma di sicure speranze, contiene gli ingaggi, fa argine agli invasivi sponsor: in questo c’ è la modernità di una gestione. Il bilancio attivo consente sul mercato un’ agilità, conduzione autorevole, senza affanni né compromessi. Si aggiunga una organizzazione spartana ma efficiente. In altre città, si è perso il conto di crisi atletiche e infortuni. Il preparatore qui ha applicato un turbo alla squadra e lo staff medico da anni si conferma da primato. Sono settori che danno punti alla classifica. Operano in lodevole silenzio, ma guai a privarsene. Oggi chiude il mercato di gennaio. La Samp dimostra quanto sia facile stravolgere un organico. Visto Pazzini nell’ Inter? Il Napoli è in crescita continua: basta domandarsi in quale ruolo sia scoperto. Nessuno. La difesa è il reparto migliore: superlativi ieri Cannavaro e Campagnaro, in ripresa Santacroce. A centrocampo ansima Gargano, ma si riprenderà. Yebda, scolastico ma solido, è una garanzia. Un mediano di classe occorre, ma è giusto aspettare giugno, se è vero che il ventisettenne Inler è quotato dalla furbissima Udinese solo 17 milioni, 7 meno di Ibrahimovic e uno meno di Cavani. Ultime ore per afferrare qualche buon ricambio a costi modici. La scorsa estate dopo il gran colpo di De Laurentiis con Cavani, il giovane manager Bigon fu precipitoso nelle cessioni e ottimista negli acquisti. Vediamo oggi.
Fonte: la Repubblica