Dove eravamo rimasti? Ah si, alla debacle del Bentegodi. Fortuna che questo Napoli riesce a dimenticare in fretta i cattivi ricordi, ad accantonare brutte figure, cercando e trovando riscatto anche a fronte del minimo sforzo.
Quello visto contro il Cesena non è certo stato il miglior Napoli: rinnovato negli uomini e nell’anima, gli azzurri hanno compiuto l’ennesimo passo in avanti, imprimendo da subito il proprio ritmo, prendendo in mano le redini della partita, per poi colpire al momento opportuno: la “lucida” follia di Hamsik che pesca Maggio, abile poi a servire su di un piatto d’argento un pallone facile facile per il Matador, al diciottesimo sigillo stagionale. Poi ci si aspetta il colpo del ko, ma il Cesena si riorganizza, passa a quattro a centrocampo, limitando i danni, così per gli azzurri, non resta altro che controllare la partita, far girare il pallone così da non far correre rischi alla retroguardia.
Lo stesso canovaccio si ripete nella ripresa, anche quando i romagnoli provano ad alzare il proprio baricentro. Gargano e Yebda fanno gli straordinari, Cribari e Santacroce rimandano al mittente qualsiasi tipo di offensiva, Zuniga da una parte e Maggio dall’altra, offrono il loro prezioso contributo anche in fase di ripiegamento. Le seconde linee rubano la scena, vestono i panni dei protagonisti, interpretando al meglio il proprio ruolo, sotto l’attenta guida del regista Mazzarri. È lui il fuoriclasse di casa partenopea. Oggi, a dispetto di Verona, non sbaglia un colpo: tatticamente e tecnicamente, prende sempre le misure all’avversario, indovinando tutte le sostituzioni. Fuori Hamsik, tra i migliori, dentro Mascara. Fuori Lavezzi, riecco Sosa. È qui che la storia cambia: Cavani ispira Mascara, il fantasista catanese apparecchia per il principito che in spaccata non sbaglia. Minuto 91, game over Cesena.
È tutta qui la gara del San Paolo, e d’altronde non potrebbe essere altrimenti. Dopo Verona c’era bisogno di vincere e la vittoria è arrivata, seppur non in linea con le solite spumeggianti prestazioni. È questa la novità che raccoglie sorrisi e positivi consensi perché quando una squadra riesce a far sua la partita senza brillare e con tanto di turn-over vuol dire che la crescita, lo sviluppo del progetto Napoli, è a buon punto.
Vincere aiuta a vincere, ed ora sì che si può preparare col piglio giusto la delicata sfida dell’Olimpico. La prima dura fatica dei prossimi quindici giorni in cui, Cannavaro e soci, si giocheranno tutte le proprie chances sia in campionato che in ottica Europa League. La strada intrapresa è quella giusta, bisogna soltanto continuare a remare nella stessa direzione.
Francesco Auricchio