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IL CIUCCIO DOMINA IL CAVALLUCCIO MARINO BIANCO-NERO

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Eccoli… Rieccoli, i nostri eroi sono tornati, e come una quercia che all’apparenza sembra morta e distrutta dal grande incendio che ha coinvolto il bosco circostante, grazie alle profondità della terra, in cui immerge le sue radici, riesce a riprendersi ed a risplendere, come e più forte di prima in tutta la sua rigogliosità, così l’esercito azzurro, archiviando immediatamente la macabra prestazione infrasettimanale di Verona, ritorna alla vittoria con il minimo sforzo demolendo la flebile resistenza della formazione cesenate.
Il condottiero Mazzarri decide di imporre il turn-over alle fila partenopee dando una seconda opportunità solo al peggiore del reparto arretrato di 4 giorni fa: Aronica affiancandolo con Cribari e Santacroce. A centrocampo gradi da titolare per Yebda e Gargano, vista la squalifica di Pazienza, con Maggio a destra e Zuniga a sinistra per Dossena. In avanti, manco a dirlo il trio delle meraviglie.
Il copione è chiaro fin dalle prime battute con una supremazia totale degli azzurri dando subito l’impressione che il parziale non durerà a lungo. Lo 0-0 è protagonista sul tabellino per 13 minuti fin quando Hamsik, sulla tre quarti destra, non si avvede che Maggio è salito su una moto di alta cilindrata, ed incurante dei limiti di velocità cittadini, in barba agli autovelox, servito dallo slovacco, si lascia alle spalle tutta la difesa bianco-nera, ed arrivato sul fondo, serve l’unico che è riuscito a tenere il passo: il Matador che come sempre è puntuale all’appuntamento, ed invitato ad estrarre la banderillas dal fodero, non si fa pregare nell’infilzare il povero Antonioli che ha l’unica colpa di trovarsi al San Paolo in questa giornata di campionato a difendere i colori dei pali romagnoli.
Il resto è una gara condotta, come un po’ ci stanno abituando gli azzurri, da grande squadra: si giochicchia, si fa correre il pallone e gli avversari giocando un po’ come il gatto con il topo, punzecchiando di tanto in tanto la difesa ospite cercando l’imbucata giusta al momento giusto per chiudere la pratica all’insegna del risparmio energetico.
De Santis, tra i pali, è influenzato e si vede, nell’unica occasione che è chiamato in causa, a gioco fermo per fuorigioco, si fa sfuggire di mano un pallone che comunque non viene buttato dentro, per il resto è spettatore non pagante grazie ad una buona fase difensiva di tutto l’organico e la pochezza offensiva degli avversari.
Santacroce e Cribari operano bene nelle retrovie e quest’ultimo ha anche il merito di dare il via all’azione del vantaggio. Ruiz ancora una volta in tribuna con i collaboratori di Mazzarri per fargli apprendere i movimenti da fare in una partita ufficiale: non è lontano il suo esordio.
Al 74’ fa il suo ingresso in campo il neo acquisto Mascara al posto di Hamsik e subito spiega a suo modo come la sua carriera sia stata un po’ sottovalutata dagli addetti ai lavori del mondo del calcio che non gli hanno mai dato una vera opportunità in una squadra che punta a qualcosa. Il piede, la forma atletica, la visione di gioco ci sono tutte e può essere realmente una freccia in più all’arco di Mazzarri.
Altra nota positiva della gara con il Cesena viene scritta al 91’ non tanto per la rete che chiude l’incontro, in quanto non è mai stato in discussione, ma per il marcatore, fresco di convocazione in nazionale, Josè Ernesto Sosa, che si lancia con uno scatto fulmineo, che in 6 mesi non ha mai fatto all’ombra del Vesuvio, a raccogliere un pallone messo lì in area manco a dirlo da Mascara. La reta di Sosa è ancora più sorprendente se si considera che era subentrato appena un minuto prima al Pocho ed alla fine risulterà l’unico pallone importate toccato.
Qualche parola merita anche il match un po’ sotto tono di Lavezzi, che ha come peculiarità quella di aver bisogno di una gara di riscaldamento per ritrovare il passo ogni qual volta salta un turno.
È da segnalare, oltre la solita prova encomiabile del Cavani uomo ovunque da goleador a terzino, da centrocampista ad assistman, la prestazione straripante di Maggio che è padrone incontrastato della fascia destra dal reparto difensivo a quello offensivo e che in serata raccoglie il premio da un po’ di tempo atteso: la convocazione di Prandelli.
Antonio Iannucci
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