GINEVRA, 9 febbraio – È il giovane più promettente della nuova Argentina targata Batista. Dopo il… messia Messi, Javier Matías Pastore detto “ El Flaco” (22 anni da compiere il prossimo 20 giugno) è il talento del presente e soprattutto del futuro. Ha già alle spalle un Mondiale (quello sudafricano, cominciato alla grande ma poi finito male nei quarti contro la Germania) e potenzialmente ne ha almeno altri tre da disputare se si pensa che – dopo Brasile 2014 e Russia 2018 – l’asso del Palermo avrà 33 anni allorquando scatterà l’ora di Qatar 2022. Grazie all’okay accordatogli dal suo cortese procuratore Marcelo Simonian e all’intercessione di capitan Zanetti, Pastore si è presentato ieri pomeriggio nel bar dell’Hotel La Réserve, sede del ritiro argentino appena fuori Ginevra sulla strada che porta a Losanna, per rilasciare una lunga intervista dove ha parlato soprattutto dell’argomento più interessante: il suo futuro.
Allora Javier, sta sfogliando la margherita?
«Beh, lo sapete, ho un contratto fino al 2015 e chi sfoglia la margherita può essere solo il presidente Zamparini…».
C’è una lunga coda di grandi club che bussa alla porta del Palermo…
«Questo mi onora, ma non dipende da me. Voglio dire che non sono nella condizione di fare alcun tipo di pressione. Ho un ottimo rapporto col presidente e intendo mantenerlo. Per ora non posso che continuare a ringraziarlo per avermi aperto le porte del calcio europeo. Eppoi se dicessi che a Palermo non sto bene, sarei un grandissimo bugiardo».
La Juve potrebbe fare al caso suo: fra l’altro il dg Marotta le fa la corte da tempo…
«Perché no? Fra l’altro la mia famiglia è originaria di Volvera, un paese alle porte di Torino sulla strada che porta a Pinerolo. A Cordoba, dove sono nato, siamo in tanti di origine piemontese».
Domenica farà dunque il tifo per i bianconeri in occasione del derby d’Italia contro l’Inter?
«Ho molti amici all’Inter, a cominciare da capitan Zanetti, sempre prodigo di consigli, e da Cambiasso. Però non mi dispiacerebbe se vincesse la Juve, una squadra che ha acquistato fra estate e inverno tanti nuovi giocatori e che si sta riassestando. Una squadra un po’ come il Palermo: in grado di battere chiunque sfoderando una gran partita, ma poi capace di perdere anche due gare di fila». Tuttosport