La storia, nella sua ripetizione ciclica degli eventi, rinnova la consuetudine nella più antica delle lotte che l’uomo conosca: la guerra tra bene e male.
Dalla notte dei tempi gli interpreti di tale battaglia sono cambiati, ma le ambizioni e le motivazioni che si professano sono sempre le stesse. Una sottile linea divide i contendenti ed alcune volte si fa fatica a distinguere chi lotti per una o per l’altra fazione.
Roma, la capitale politica, da 20 anni a questa parte si è erta a paladina del calcio del sud contro lo strapotere economico del nord.
Con l’uscita di scena del Dio del calcio, un certo Diego, nessuno è riuscito a fregiarsi ed accollarsi tale compito… fino ad oggi.
Roma, città papale e simbolo del bene per antonomasia, è da rifondare. In un tempo ormai dove un po’ tutti gli equilibri si stanno rivoltando: a Milano, la forza sta passando dalla sponda nero-azzurra a quella rosso-nera, nella stessa capitale dalla sponda giallo-rossa a quella bianco-celeste e nel derby del sud, è stato dimostrato che ormai l’ago della bilancia tende nettamente a favore dell’esercito azzurro che non fa differenza tra San Paolo ed Olimpico imponendo sia all’andata che al ritorno un 2-0 che non lascia scampo a recriminazioni.
Nei primi minuti i figli della lupa cercano di giocare “correttamente”, ma ben presto si rendono conto che sia sul piano tecnico che su quello atletico non ci sono margini e così, come anche all’andata hanno fatto, cercano di metterla sull’istigazione e la provocazione.
La prima frazione di gioco si chiude senza troppi patemi d’animo da parte dei 2 portieri con solo una flebile supremazia territoriale da parte degli azzurri che però non crea opportunità pericolose.
Nella seconda frazione di gioco si ci rende conto subito perché il primo tempo sia andato così.
Gli azzurri vanno ad una velocità doppia rispetto al primo tempo, mentre i giallo-rossi sono fermi sulle gambe e poveri di lucidità avendo dato tutto in precedenza per arginare le folate partenopee.
Alla prima occasione della ripresa Hamsik scappa in contropiede ed Juan non trova di meglio che fare che sgambettarlo da dietro in area meritando anche il pesante provvedimento disciplinare. Meglio lasciarlo in campo per trionfare ad armi pari senza lasciare spazio ad eventuali polemiche.
Penalty calciato da Cavani con una precisione da cecchino che non sfugge all’attento occhio dell’assistente anche se la porta romana respinge il tiro, la rete è netta ed è 0-1.
I nostri beneamini scappano ovunque, Maggio sulla destra è una furia, Cannavaro lancia con una precisione millimetrica e si propone anche in avanti, Campagnaro è insuperabile e sfoggia la sua solita grinta, Gargano ha 4 polmoni e recupera anche i palloni che aveva precedentemente recuperato e poi riperso, Pazienza è un frangi flutti insormontabile, Hamsik mette in bella mostra tutta la sua signorile classe, Lavezzi porta a spasso dai 2 ai 4 avversari che arrancano dietro ai suoi sprint e Cavani è il solito terminale offensivo/difensore aggiunto.
Proprio in una delle sortite offensive, dai piedi del capitano, e precisamente al 38’ del secondo tempo, su imbeccata di testa di Hamsik, nasce un cross, di quelli che non ci si sarebbe mai aspettato da un difensore centrale per precisione, potenza e traiettoria, che non chiede altro di essere spinto in rete da pochi passi.
Il toro ormai barcolla, a stento si erge ancora in piedi, la vista offuscata dagli stenti lo sta abbandonando, e non riuscendo a porre riparo al destino che si è accanito contro di lui, chiede pietà, cerca di muovere a pena… tempo perso!
Il Matodor è lì per questo ed infilza l’avversario con la ventesima spada mortale dandogli il colpo di grazia.
È 0-2, il popolo azzurro ne godrà per tutto il week-end fino a tendere, nel posticipo, per i colori bianco-neri, che battendo l’Inter regalano “la ciliegina sulla torta del fine settimana” il secondo posto senza asterischi di varia natura e senza dover attendere eventuali recuperi di turni non giocati.
Una nota di demerito la merita, però, il Pocho che casca nella rete delle provocazioni verso la fine del primo tempo rispondendo con un ipotetico sputo ad un altrettanto ipotetico sputo di Rosi.
Fatto sta che i 2 vengono ammoniti e quindi giudicati dall’arbitro mettendo, forse, a riparo da eventuali prove tv.
Iannucci Antonio dal blog di www.fantapazz.com