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Corbo: Squadra costretta a soffrire centrocampo troppo lento

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PER il MIlan è più facile segnare con il braccio di Robinho che fuggire. L’ Inter schioda la partita con una rete in fuorigioco, ma il suo sorpasso dura un giorno. Il più lento Napoli torna puntuale al suo posto: è l’ anti-Milan. LE ULTIME ore sono state di forte tensione, partita complessa quindi. Il Napoli si è sentito compresso da eventi e notizie. I gol contraffatti ma convalidati a Inter e Milan. La pretattica di Simeone per una formazione più agile ed insidiosa. Ma su tutto pesava l’ ira per il ricorso di Lavezzi, respinto. Da sabato. Da quando Mazzarri aveva diffuso, forse proprio per scuotere la squadra alla vigilia di una settimana cruciale, un allarme dopo l’ altro. Non toccava a lui disquisire di temi giuridici, avendo proprio lui aperto la prima falla nella difesa del Napoli. Per giustificare Lavezzi, dopo Roma-Napoli, spiegò che il fantasista argentino era stato provocato da Rosi, una involontaria conferma dello sputo. Ma Mazzarri lo conoscete: parla di tutto, pur di creare un’ atmosfera. Doveva forse aspettare De Laurentiis, che ieri a poche ore dalla partita ha rimodellato la posizione del Napoli, con una tesi doppia, più corretta e plausibile. Multaa Lavezzi ma anche la richiesta ad Abete di una riforma della giustizia sportiva, segnalando quanto siano antigiuridici e arcaici i suoi meccanismi. Si potrà polemizzare all’ infinito. Tutto giusto, tutto inutile, perché l’ assenza di Lavezzi debilita la squadra. E la partita di ieri lo ha ribadito. Il Napoli è apparso lento, impacciato, macchinoso contro un Catania che Simeone, dopo aver letto in anticipo la formazione di Mazzarri, ha voluto velocizzare. L’ esclusione di Gargano e la presenza di Yebda e Sosaè stato come affrontare un lungo viaggio con il freno a mano innestato. Non poteva essere altrimenti. Simeone ha avuto una buona idea: squadra contratta in difesa, raccolta dietro la linea di palla, ma rapida nelle proiezioni offensive con una folla di brevilinei: un pentagono di centrocampo con Ledesmae Lodi nella base, più altra una linea a tre: Schelotto a destra finito però in soggezione nel confronto con il rivitalizzato Zuniga che da sinistra attrezza bene il suo destro per il gol che sblocca subito la partita, Gomez al centro, Martinho a sinistra, costretto ad uscire per infortunio. Il pentagono doveva sostenere Bergessio, un argentino entrato in Europa attraverso il Saint Etienne. Il primo tempo ha però ridimensionato il disegno tattico di Simeone, per almeno tre motivi. Inutile escludere Maxi Lopez, se Bergessio è poi lasciato nel più desolato abbandono. Infruttuoso arretrare la squadra per uscire dal bunker velocemente, se non le si danno gli indirizzi. Il Catania ripartiva ma non sapeva dove andare. Terzo, la difesa del Napoli ha retto bene: affidabili Santacroce (migliora e come, con qualche peccato veniale di vanità), Cannavaro gigante acrobatico che rilancia lungo per scavalcare il pressing catanese e il suo centrocampo cadenzato, Aronica che interviene anche negli spazi larghi, in attesa che Simeone finalmente slegasse Maxi Lopez. Corsie ben chiuse con Zuniga e Maggio, pronti e ordinati anche nella fase offensiva. Quella che vede in ombra Hamsik poco collegato a Cavani, condizionato dal rigore fallito. Dov’ è quel Cavani che si vedeva scorrazzare come in sella ad una Norton, zazzera nera al vento? Ieri non si è visto. Non è da escludere l’ assenza di Lavezzi, che sa picconare la squadre più arroccate, creando varchi nella trequarti e lanciando Cavani. Il motivo ricorrente di questa felice stagione. Sosa ha sostituito numericamente Lavezzi. È in progresso, ma commette qualche fallo di troppo, e non ha una sola giocata illuminante per decidere la partita. Tardi è entrato Mascara, che sembrava l’ ideale sostituto di Lavezzi. Mazzarri ha cambiato idea. Destino di chi è volubile patire le ansie più struggenti. Il finale da batticuore ha confermato che il Napoli ha un prodigioso De Sanctis. Forse para un po’ troppo per essere il portiere di una squadra seconda solo al Milan.
Fonte: La Repubblica

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