Premesso che, per onesta ammissione dello stesso Lavezzi e della Società azzurra, lo sputo del Pocho c’è stato e che il gesto merita le tre giornate di squalifica, bisogna puntualizzare alcune “stranezze” con riguardo alla decisione della Corte Federale.
La sentenza integrale della Corte Federale è visionabile sul sito della F.i.g.c. al seguente link: http://www.figc.it/Assets/contentresources_2/ContenutoGenerico/46.$plit/C_2_ContenutoGenerico_27401_StrilloComunicatoUfficiale_lstAllegati_Allegato_0_upfAllegato.pdf
Fatte queste premesse, sono diverse le contraddizioni e le bugie dette sulla sentenza di II grado:
A) Sono state utilizzate immagini fornite dalla trasmissione Controcampo.
Ecco le parole della sentenza: “le parti, su invito della Corte, prendono visione anche delle immagini trasmesse dalla trasmissione Mediaset “Controcampo”, le quali, pur non essendo diverse, risultano obiettivamente migliori per qualità di immagine e nitidezza, ed in relazione alle quali il Presidente della Corte segnala che risultano depositate in atti ed a disposizione delle parti”.
Facciamo chiarezza: le immagini sono realizzate da un operatore unico, che le gira a Sky e Mediaset. Sono poi queste ultime a scegliere e montare le immagini con le proprie regie. Pertanto, le immagini da utilizzare dovevano essere quelle della fonte unica. Non quelle di Mediaset. Al più, il giudice avrebbe potuto chiedere una perizia tecnica imparziale. E magari sarebbe stato possibile sviluppare le immagini in modo da provare comunque il gesto antisportivo. Tuttavia, ciò che fa riflettere è stato l’utilizzo delle immagini di Controcampo.
B) Sconcertanti, poi, sono le parole del Presidente della Corte Federale Coraggio, il quale alla domanda: “Qualcuno dice che il video è stato trattato, e per questo è diverso da quello di Sky. È così?
risponde: “Se qualcuno l’ha trattato non lo so. So solo che lo sputo si vede”. Affermazione che ha dell’incredibile, soprattutto perchè detta da un Giudice. La stessa, infatti, lascia spazio alla possibilità che le manipolazioni ci siano state. Ad opera di Mediaset, ovviamente.
E ribadisco che, da un punto di vista legale, una manipolazione volta a dimostrare l’evento sarebbe lecita solo se effettuata da un perito terzo ed imparziale. Non mi sembra che Mediaset lo sia. Anzi.
C) Vi è stata una palese violazione del diritto di difesa. Delle due l’una, o hanno fatto un grande errore tecnico gli avvocati del Napoli e di Lavezzi, i quali affermano che le immagini Mediaset non erano state depositate negli atti, oppure le immagini di Mediaset sono state introdotte successivamente e ciò ha leso il diritto di potersi difendere compiutamente in giudizio.
D) La sentenza è comunque irragionevole perchè, consapevole di non poter utilizzare le immagini Mediaset a fondamento della motivazione, attribuisce il fatto a Lavezzi in base ad una presunzione. Ecco le parole della sentenza: “Il Giudice Sportivo si è basato su immagini che consentivano di accertare l’avvenuto inizio della condotta in questione, elemento comunque sufficiente, anche secondo questa Corte, per giustificare la sanzione inflitta”. Come affermato dalla Corte, trattasi di elemento e non di prova. In pratica la sanzione viene confermata per il solo fatto che Lavezzi si sia girato verso Rosi iniziando un gesto che può ricollegarsi ad uno sputo. Ma nella motivazione non c’è alcuna descrizione dello sputo e delle sue modalità. Ed è questo che deve contenere una sentenza giusta. Mentre ci si accontenta di una semplice presunzione.
A questo punto, in sede di difesa, si potrebbe dire che Lavezzi abbia solo mimato o, al massimo, minacciato uno sputo, senza poi portarlo a termine.
Ma la storia la conosciamo. L’onestà del calciatore, della società e di Mazzarri, che per primo ammise lo sputo del Pocho, ha dato ai giudici la certezza che lo sputo c’è stato. E quindi è stato un gioco da ragazzi trovare una scusa per farlo fuori per tre giornate. Senza la prova Tv o, comunque, sulla base di prove irregolarmente acquisite grazie anche alla “perizia” di Mediaset, il cui Presidente è riconducibile a quello del Milan.
Lo stesso Presidente che quest’anno vuole vincere a tutti i costi lo scudetto per potersi pavoneggiare nel suo 25esimo anno di Presidenza. Il problema, in realtà, è sempre lo stesso: si chiama conflitto di interessi e, in questo caso, anche il Calcio ha visto l’ennesima dimostrazione di come un uomo troppo potente può condizionare arbitri, giudici, stampa e chicchessia.
Infine, corre l’obbligo di ribadire che il gesto di Lavezzi è stato deplorevole in sè stesso ma anche perchè il regolamento prevede in questi casi tre giornate, al minimo, di squalifica. Ed un calciatore fondamentale come Lavezzi deve pensare sempre alla squadra e non abbandonarla con un gesto così stupido.
Giuseppe Tarallo.