15 49.0138 8.38624 1 1 4000 1 https://www.tifonapoli.it 300 0
theme-sticky-logo-alt
theme-logo-alt

Bianchi dà una chance al Brescia

0 Commenti

Ottavio Bianchi non vede il Brescia battuto in partenza a Napoli. Non è cuore di ex, in questo caso doppio visti gli esordi nella squadra della sua città e i trionfali trascorsi partenopei da giocatore e allenatore. Men che meno piaggeria. Non è tipo, Bianchi, da parlare solo per sollecitare i favori di una piazza. “Sul piano delle motivazioni il Brescia parte alla pari con il Napoli – le parole del tecnico di Borgo Trento, classe 1947, 97 partite e 11 gol in biancazzurro tra il ’60 e il ’66 -. Chi lotta per salvarsi ha la stessa spinta di chi insegue traguardi prestigiosi. E il Brescia, per come è messo, non può permettersi passi falsi”. La differenza tra gli organici è notevole, “e si vede a occhio nudo – interviene Bianchi -, ma molto dipenderà da come Napoli e Brescia avranno superato la mazzata dell’ultima partita. Il Brescia contro il Lecce vinceva per 2-0, si è fatto raggiungere e si è visto annullare il gol decisivo in modo controverso. Il Napoli è incappato in una serata negativa nella partita più attesa, la sfida scudetto con il Milan. Per quel che aveva fatto finora, dava garanzie di poter tenere testa alla prima della classe. Non è stato così. Anche in questo caso le due squadre partono alla pari”.
BIANCHI, ormai, vede il calcio in televisione. E della squadra di Iachini dice che “commette molti, troppi errori in difesa”. E dà un consiglio: “Ho visto e rivisto il gol annullato a Caracciolo. E ho sentito le lamentele dei giorni successivi. Ebbene, il Brescia non deve commettere l’errore di pensare troppo ai torti subiti, di sentirsi vittima di chissà quali ingiustizie. Può rivelarsi un autentico boomerang. Bisogna concentrarsi solo per vincere sul campo, per fare risultato e il Brescia, come dice la classifica, ne ha estremo bisogno”. Si parla spesso della suddistanza psicologica degli arbitri a favore delle grandi squadre: “Nell’ultimo caso specifico, non so chi tra Brescia e Lecce sia più piccola – fa notare Bianchi -. Io ho guidato sia formazioni provinciali che grandi. Posso dire che quando andavo a giocare a Milano o a Torino con la Juventus, qualcosa di diverso si sentiva nell’aria. È sempre successo, è inevitabile. Ma non capita solo in Italia. Anche Real Madrid e Barcellona in Spagna, Chelsea e Manchester United in Inghilterra sono considerate con un occhio di riguardo da chi dirige le partite”.
L’OCCHIO della telecamera adesso arriva persino negli spogliatoi: “Io non so a che cosa serva questa novità – dice Bianchi -. A parte che non è un granchè nemmeno dal punto di vista spettacolare, perchè chi è inquadrato se ne sta lì a guardare con l’aria di chi vorrebbe essere altrove. E poi lo trovo anche di cattivo gusto. Troppo calcio in Tv rovina i nostri ragazzi. E la qualità è fatta di queste cose…”. E Bianchi attinge ai suoi inizi a Borgo Trento: “Io da bambino giocavo a pallone per 10 ore al giorno sul campo dell’oratorio di Cristo Re, la parrocchia di Borgo Trento. Perchè se non si gioca 10 ore al giorno, non si diventa calciatori. E avrei fatto lo stesso anche se avessi avuto la possibilità di vedere, come oggi, tutte le partite in diretta. Adesso i nostri ragazzini sono campioni alla playstation. Quando passo dagli oratori e vedo i campi vuoti, mi viene il magone. E quando non sono vuoti, a giocare sono i ragazzini stranieri. Ecco, tra qualche anno la nostra Nazionale sarà composta in gran parte da extracomunitari”. Bianchi ha allenato uno come Maradona: “Non ho voglia di parlarne, mi fa sentire vecchio”. E in giro di Maradona… “Bè, quando vedo giocare Messi mi viene la tentazione di infilarmelo nel taschino e di tenerlo con me. Sì, è l’unico che mi ricorda Diego. E che mi consola, pensando che il talento non muore mai”.
Fonte: Bresciaingol

Indietro
Avanti