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Mazzarri un grande allenatore con tre grandi difetti.

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Mazzarri è un ottimo allenatore, secondo molti opinionisti importanti come Sconcerti è il migliore allenatore in Italia. Cura ogni dettaglio delle partite, si dice che sia maniacale nella preparazione delle partite e che prima di far esordire un giocatore, vedi Ruiz, deve avere certezze assolute sulla capacità di comprensione degli schemi e delle tattiche. Questa meticolosità chiaramente lo mette in difficoltà con le partite ravvicinate proprio perchè lasciano molto all’imponderabile e non permettono di curare tutti i particolari. Il suo atteggiamento produce dei risultati inconfutabili, basti pensare che ovunque è stato ha raggiunto risultati impensabili su tutti la salvezza con la Reggina partendo da -15 e la finale di Coppa Italia con la Sampdoria. Lo stesso vale per gli attaccanti che raggiungono sempre cifre impensabili, Cavani 24, Bianchi 18, Amoruso 17, Bellucci 12, Cassano 12 e Pazzini 12 in soli 6 mesi. Ha la capacità di far rendere al massimo giocatori che fino a qualche mese prima erano aspramente criticati dalla Piazza come Pazienza, Grava e Cannavaro. Sono grandi doti che fanno di Mazzarri un grande allenatore. Ma non vogliamo tessere le lodi di Mazzarri anzi il nostro obiettivo è cogliere i difetti del nostro allenatore, non per fare della polemica gratuita, piuttosto la nostra intenzione è evidenziare che anche un grande allenatore deve maturare. A nostro giudizio il toscano di San Vincenzo dovrebbe cominciare a riflettere e modificare alcuni atteggiamenti.
I tre difetti di Mazzarri:

  1. Gestione in corso delle partite: una grande squadra non può permettersi di avere un allenatore tifoso. Mazzarri si sbraccia, protesta, oggi si è fatto anche espellere, si agita continuamente. Se da un lato quest’atteggiamento spinge i giocatori a dare il massimo in altre occasioni, come a Liverpool, a Milano e oggi con il Brescia trasmette nervosismo. Mazzarri si comporta come Mourinho con la sola differenza che l’atteggiamento dell’allenatore del Napoli è spontaneo mentre quello del tecnico portoghese fa parte della gestione della comunicazione e i risultati si vedono. Oggi sul finale, come è accaduto con il Milan, il Napoli si spingeva in attacco senza lucidità e questo dipende decisamente dalla capacità di controllo delle partite da parte del Mister.
  2. Titolarissimi: In ogni squadra esistono i Senatori, ma spesso sono giocatori che hanno vinto tanto e sono stati determinanti per una squadra. Penso a Nesta, Gattuso, Zanetti, Totti, Del Piero. Spesso sono determinanti per lo spogliatoio ma sanno anche capire e accettano le panchine senza destabilizzare gli ambienti come Inzaghi e Materazzi. Nel Napoli i Gragano, gli Aronica, i Pazienza, i Maggio e i Dossena cosa hanno vinto? Perchè sono titolarissimi? perchè devono decidere quando, come e perchè giocare? Tempo fa uscì un’intercettazione tra Fedele e Paolo Cannavaro che commentava l’esclusione di Hoffer nonostante il Napoli fosse carente di punte. Cannavaro ammette che  il giovare austriaco venne mandato in tribuna perchè non protestava e perchè Mazzarri non deve disturbare i “titolarissimi”, speriamo non stia accadendo lo stesso con Ruiz. Oggi c’erano Gargano, Dossena e Aronica in evidente calo. Meglio che stiano in panchina non protestino e giochino per la squadra senza imporre la loro presenza sul campo, meglio ancora sarebbe se l’allenatore non permetta loro di imporsi. Il caso Gargano è emblematico, per esempio fargli battere obbligatoriamente le punizioni ha generato un enorme fastidio da parte del pubblico che oramai lo fischia ad ogni calcio piazzato. Capello o Mourinho non avrebbero mai più permesso che Gargano battesse le punizioni solo perchè è un “Titolarissimo”. In questo modo Mazzarri non solo permette a Gargano di imporsi ma non lo tutela nemmeno. Gargano da idolo combattente sta diventando un capro espiatorio in parte per la sua ostinazione ed  in parte per quella del Mister.
  3. Provincialismo: Mazzarri cerca sempre tanti alibi. Il campo pesante, i rigori, le coppe, gli arbitri, Lavezzi. Basta! Per essere un grande allenatore bisogna parlare prima di tutto dei propri errori. Oggi per esempio non ha mantenuto la calma e ha fatto in modo che la squadra giocasse con nervosismo, sbilanciandosi in attacco. L’allenatore dovrebbe essere il primo a tenere le redini dei giocatori e farli ragionare. Nelle ultime due partite non è stato così, va bene il carattere ma non il vittimismo.  Basta lamentarsi! Per fare il salto di qualità e andare in Champions è fondamentale non cercare alibi. Basta alibi! la colpa delle partite sbagliate deve essere la sua, come lo è per i manger che hanno pessimi risultati economici.  Le lamentele le lasci fare alla società.

Manca poco per essere un grandissimo allenatore, Mazzarri deve pensare che sta lottando per uno splendido futuro e non per la salvezza come qualche anno fa. La società ha risorse, forze economiche mai viste, è solida, ha tre giocatori di classe ed ha bisogno di un allenatore da Champions. Mazzarri deve maturare e deve diventarlo. Se l’anno prossimo andremo in Champions vedremo di che pasta è fatto. Adesso pensi a ricompattare lo spogliatoio e ridare la sua grinta alla squadra anche perchè da domenica prossima con il rientro di Lavezzi non ha alibi da spendere.

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