E in principio (limitandoci a questa stagione) fu Cavani. Appena il Matador ha iniziato a far assaggiare ai commentatori e amanti del calcio un po’ della sua classe, subito fiumi di sapientoni lo hanno dato partente. Per il Real Madrid o il Manchester poco importa. L’importante è far capire che un giocatore così giovane, forte e promettente non può mica restare a Napoli. Cosa si saranno messi in testa questi qua?
Poi anche il Pocho ha cominciato a dribblare troppo e lasciare interdetti troppi difensori. Ma non è un problema- scrivevano in tanti- tanto l’anno prossimo va via. Anche qui non si sa bene dove. Qualcuno dice Liverpool, altri Barcellona. “Perché quando chiama uno di questi club non puoi mica dire di no”- strizzavano l’occhio i beninformati.
Poi, viste le smentite dei procuratori, si sono buttati su Marekiaro. “Il Chelsea deve rifondare, piace al Manchester”. Come se a noi tifosi napoletani, invece, facesse schifo. Tutti titoli, indiscrezioni, mugugni che vogliono far passare il messaggio che il “progetto del Grande Napoli”, in realtà, è tutta una bufala. Perché- sostengono i maligni- i campioni emigreranno da Castelvolturno alla ricerca delle grandi squadre. Mentre noi pensiamo, e il presidente De Laurentiis è anch’egli convinto, che i nostri gioiellini una grande squadra l’hanno già trovata. Perché ha alle spalle la sola società del calcio italiano che ha i conti in ordine, in crescita di fatturato e che, per questo, può permettersi il lusso di programmare senza l’assillo del fair play finanziario. Non cadiamo nel tranello della vanagloria, ma non permettiamo a nessuno di destabilizzare un progetto in fieri e non in crisi, che vedrebbe nella qualificazione nell’Europa che conta un trampolino per nuovi traguardi. Nulla è già conquistato, è vero, ma proprio per questo non bisogna lasciare ad altri la possibilità di “distrarci”: perché se sapremo conquistarci sul campo i risultati, il programma societario sarà appealing per tutti.
Proprio per questo ci vien quasi da sorridere nel leggere le opinioni di chi invita insistentemente negli ultimi giorni Walter il Mago a fare il “grande salto” verso altri lidi, comparando la sua esperienza a quella di Lippi negli anni ’90. In questa sede vorremmo far notare come il paragone non stia in piedi. Diverse erano le prospettive del Calcio Napoli, diversa la solidità societaria di altri club. E senza paura di far nomi ci chiediamo: per cosa Mazzarri dovrebbe lasciare la panchina del Napoli? Per tuffarsi nel progetto Marotta che richiede per la sola riconferma della rosa attuale ( che non ci sembra abbia fatto meglio di noi) un investimento di circa 50 milioni? O per abbracciare una società che ultimamente accoglie i nuovi mister giurando loro amore eterno per poi delegittimarli nella difficoltà? O per una squadra che avrà difficoltà ad ingaggiare fuoriclasse, oltre che per motivi di spesa, anche perché non avrà l’appeal, molto probabilmente, della massima competizione europea?
Riprovateci nel 2016 – ha tuonato il presidente. E forse è stato anche troppo clemente. Forse noi ci saremmo limitati ad uno sfottò col sorriso sulle labbra: “Scusate le spalle!”. Perché nel calcio, mai come adesso, il fair play conta sul serio.
Sandro Vecchione