Numeri da vertice. Il Napoli ritrova in un sol colpo il Pocho ed i tre punti, ma quanto ci è voluto per sbloccare gli ingranaggi in terra emiliana.
I maligni parleranno di partita falsata. La realtà è che gli azzurri sono tornati in partita grazie ad un gol in fuorigioco di Hamsik. Punto. Perché dopo l’1-1, si è scatenato il vero Napoli, quello bello e intraprendente che non a caso ha inanellato l’ottava vittoria lontano dal San Paolo.
Più che la svista di Celi, a favorire i partenopei è stata la rinnovata verve di Lavezzi che nel secondo tempo ha finalmente acceso il motore, dando il là ad ogni iniziativa offensiva di marca azzurra. Quanto ci è mancato il Pocho, ce lo ha dimostrato ieri stasera: non sarà un mago sotto porta, ma quando c’è da creare superiorità, quando c’è insomma di portarsi a spasso mezza difesa, dimostra di meritare ampiamente l’appellativo di funambolo.
Crede in quello che fa, ha sofferto in silenzio dimostrando poi, una volta tornato in campo, di tenere e come alla maglia azzurra. Sembra davvero che abbia già fissato il suo obiettivo: avvicinarsi il più possibile al più grande, “lo Mas”, a quel volto reso pubblico non appena ha siglato il gol del sorpasso.
Sul carro dei vincitori però non c’è solo Lavezzi. Ed è questa la novità. Perché a Parma è nuovamente venuta fuori la forza del gruppo. Dei gregari, di quelli che non fanno rimpiangere i titolarissimi quando purtroppo si deve fare a meno di qualcuno. Imperioso Ruiz, granitico Santacroce, aggressivo Yebda. Sono questi i volti nuovi che partecipano alla festa. Senza mai dimenticare i soliti noti: Da De Sanctis a Cannavaro, da Zuniga a Maggio senza dimenticare le geometrie di “Giobbe” Pazienza.
Il Napoli è tornato, senza se e senza ma, senza aiuti o presunti tali, perché quando si vince con due gol di scarto e si creano sei palle gol nitide nell’arco di quarantacinque minuti, non c’è episodio che tenga.
C’è, invece, una condizione atletica invidiabile che consente a Cannavaro e soci di chiudere le gare nel secondo tempo, rimandando, ancora una volta, al mittente le insinuazioni di chi additava la banda Mazzarri tra le squadre in leggero affanno.
Calo fisiologico. Macché. Qui di fisiologico c’è solo la dirompente voglia di continuare a stupire. Che si rassegnino i sapientoni di turno che ancora dispensano perplessità. Dalle nostre parti siamo abituati ad invidia e soprusi: provate a fermarci, se ci riuscite.
Francesco Auricchio