Doveva iniziare oggi il nuovo campionato degli azzurri, senza più assenze per infortuni, senza più assenze per la vitale competizione africana, tutti abili e arruolabili per non farsi sfuggire i soldini della nuova CL e invece, il più atteso, come le belle donne si fa attendere ancora, parte un giorno dopo gli altri per l’ultimo pranzetto a casa di mamma, la sera fai tardi con gli amici d’infanzia, un ritardo minimo del volo che non gli consente in un ora di passare da un gate all’altro allo scalo di Instambul, sul bancomat non c’erano fondi sufficienti per un aereo privato che portasse san Victor da Lagos a Napoli, ed ecco che dobbiamo sorbirci un’altra gara con il cholito che si sbatte senza costrutto, con Kvara che predica nel deserto e i terzini che mettono cross per i difensori avversari.
D’altronde se una società arriva a farsi prendere per la gola da un giovanotto, che di questo passo avrà una carriera breve e poco gloriosa, che da settembre ne ha fatte tante che la metà bastavano, dal tik tok galeotto di bologna, al mese in Nigeria per 100mila euro contesi con il cognato, dal partire il giorno prima dell’ultima gara di girone CL per ritirare il prestigioso pallone d’oro africano, alla partenza anticipata per la coppa d’africa, alla litigata con il procuratore di Kvara, è quello che si merita.
Venendo a cose serie si diceva che oggi affrontiamo il Genoa di un tecnico che sembra papabile per il prossimo anno. Gila prende il grifone nel dicembre 22, allenava la primavera da settembre, buttato in prima squadra senza alcuna esperienza di categoria, infila 7 risultati di fila, 6 vittorie (una con il Frosinone che poi vincerà il campionato) e un pari, iniziando una cavalcata lo porterà in A da seconda della classe, a soli 40 anni avendo appeso gli scarpini solo 3 anni prima. Un predestinato di cui si parla poco, se ci mettiamo che quest’anno con i 29 punti accumulati, è di fatto salvo già a febbraio.
Il Genoa arriva a Napoli senza assilli, con un con la leggerezza di potersela giocare per vincere presentando avanti un gioiellino islandese, classe 1997, che può far gol in qualsiasi momento e una difesa che ha preso gli stessi gol della pragmatica Roma ex mouriniana.
Se ci mettiamo che inevitabilmente testa e gambe saranno (inutilmente) proiettate a mercoledì, per il gran galà europeo, la possibilità di uno sgambetto sono molto concrete, a meno che questa volta, nel consueto inizio vivace del Napoli non ci scappi il golletto o che l’arbitro stia un pò più attento su eventuali falciate in area e che al VAR il caffè del bar arrivi prima del fischio d’inizio, allora potremmo vivere un sabato pomeriggio di finta tranquillità. vedremo, ma al momento le nuvole non sembrano volersi diradare.

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