Milan – Napoli

Mentre in terra ivoriana continua con successo l’imperdibile coppa d’africa, con la Nigeria che “ovviamente” arriva in finale, il che riporterà Victor a Castel Volturno non prima di mercoledì prossimo, invero a poche ore dall’ultima partita prima del Barcellona, il Napoli resta aggrappato al treno quarto posto in virtù di un calendario, oggettivamente agevole, e di un ritrovato spirito di squadra che gli ha consentito di piegare la resistenza delle ultime della classe in rimonta, in casa, in finali a dir poco convulsi. Non proprio il miglior viatico per andare a far visita al Milan, che insieme ad inter e atalanta, può vantare il miglior record nelle ultime 5, con 4 vinte e un pari.
San Siro non è mai stata e non sarà una passeggiata, vuoi per la forza dell’avversario, vuoi per lo stato psico-fisico che avvolge il nostro Napoli da quando il CT ha deciso di prendersi il mese sabbatico. Anche con il Verona, nonostante un approccio arrembante che ha messo sugli scudi un Montipò extralusso, non si era riusciti a passare in vantaggio, anzi con un inizio ripresa di segno opposto c’è voluta la sveglia del vantaggio scaligero per far destare Walter dall’abbiocco della domenica pomeriggio che lo stava avvolgendo.
Ma domenica 4 febbraio ha certificato che ormai il VAR, come strumento di trasparenza e limpidezza, è morto e sepolto, il rigore non fischiato su Kvara a inizio gara è grave in ottica arbitro di campo, ma diventa malafede acclarata nel momento in cui in sala VAR, dove non possono non averlo valutato tale, non richiamano quell’incapace al video.
Avranno puntato ADL per la sua continua e sacrosanta lotta al palazzo, avranno deciso che la nuova CL debba alla fine essere ricondotta alla Roma che usufruisce di un rigore per tempo, ormai, non lo so, di fatto non richiamare Mariani è una circostanza che non può essere derubricata ad errore.
Chiudo con un accenno alla conferenza di ADL, nello specifico alla querelle “Carratelli”, abbinare inciampi di gestione a problemi caratteriali è tollerabile fuori un bar a tarda sera dopo un po’ di bicchieri, non in un contesto professionale. Una prece.

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