Il Club Napoli Lussemburgo, del quale abbiamo parlato in settimana, torna a riunirsi per sostenere la squadra.

Ieri sera, al fischio di avvio di Sassuolo-Napoli, eravamo reduci dalle prime due partite giocate con il mister Calzona. Abbiamo già accennato alle difficoltà generali, date da una condizione atletica, tattica e mentale deplorevole della squadra. A queste si aggiungono le modalità dell’ingaggio del nuovo coach. Egli dovrà, infatti, continuare a seguire la nazionale slovacca, della quale rimane commissario tecnico, e, in aggiunta, salvare il Napoli dalla catastrofe annunciata. Il compito sarà arduo.

Alle difficoltà date da un contesto difficile si aggiungono quelle personali e particolari dei singoli giocatori. Il commiato annunciato di alcuni di loro, uomini chiave dell’avventura scudetto, avvalora l’ipotesi di un calo di motivazione nei mesi finali della stagione. Per altri, pur non essendo imminente l’addio, abbiamo registrato un rendimento decisamente meno soddisfacente nel campionato in corso: sviste di disarmante ingenuità, distrazioni, banali errori di posizione con o senza palla, assenza di incisività nei recuperi e nei contrasti.

Gravati dal peso di questa zavorra abbiamo incontrato il Barcellona, a poche ore dall’arrivo di Calzona, e il Cagliari subito dopo, in campionato. Il Club Napoli Lussemburgo, come tutti i tifosi sparsi nel mondo, ha assistito a due pareggi amari, anche se per motivi diversi. A seguito del match con i catalani, al Garer Stuff, sede del CNL, abbiamo registrato una delusione mitigata da diversi fattori. Il primo è la tempistica degli eventi: come poteva il mister raddrizzare una situazione talmente compromessa in sole 24 ore?

In secondo luogo, stiamo parlando di un avversario che ha un nome di tutto riguardo. Il Barcellona resta il Barcellona a prescindere dalla contingenza dello stato di forma attuale. Chi ha mandato i figli a giocare nei summer camp del Barça, sa cosa significhi essere blaugrana. La disciplina e lo spirito di appartenenza al club sono valori assoluti che vanno coltivati fin dalle categorie dei pulcini. Ti vesti in un certo modo, sei puntuale, preciso e pulito, canti l’inno in catalano anche se sei tedesco. Insomma, il Napoli è sceso in campo contro una squadra che è strutturalmente forte, nonostante gli alti e bassi congiunturali.

A quanto scritto, si aggiunga che il pareggio del Napoli è stato di rimonta e che la sentenza finale arriverà dopo il ritorno in Spagna. Anche ciò, psicologicamente, ha un certo valore. Indica che la squadra non si è abbattuta, ha tenuto, riuscendo ad evitare il tracollo, e che possiamo aggiustare un risultato non del tutto compromesso nei prossimi 90 minuti.

Tuttavia, l’esito della serata di Champions non è stato indolore. Dai commenti dei soci del CNL, emerge la frustrazione di chi si è accorto che la partita era abbordabile, che il Barcellona non è stato perfetto nelle chiusure e che in altri tempi „gliene avremmo messi 4“. Anche Lewandowski, in fondo, non ha sbloccato il risultato con un colpo da genio della lampada. Ha fatto, certamente in maniera egregia e precisa, quello che si chiede ai centravanti, nel Barcellona come nel Napoli e in qualsiasi squadra di pallone. Ti fai trovare, ti giri e tiri.

Con la bocca impastata di agrodolce, ci presentiamo all’esordio in campionato del Napoli post-Mazzarri. Stavolta al CNL la speranza prevale sulla rassegnazione. Vuoi per lo stato d’animo generale, vuoi per l’orario compatibile con gli impegni scolastici, anche i soci più giovani si sono uniti al gruppo per salutare un’attesa rinascita.

Eppure le cose non vanno come auspicato e il Cagliari pareggia all’ultimo secondo. Al netto del gol sul fischio finale, realizzato con la colpevole complicità della nostra difesa, vediamo un Napoli impacciato, con un attacco annichilito dal Cagliari, palloni persi a ripetizione e, dulcis in fundo o, meglio, in cauda venenum, le due palle del possibile 3-0 sprecate da Politano e Simeone. A ciò si aggiunga che il Cagliari non aveva mancato di dimostrarsi pericoloso più volte con i cross dalla sinistra e che solo un braccio in fuorigioco aveva salvato il risultato in occasione dell’autogol di Rhahmani.

La delusione degli amici di Lussemburgo è violenta. Al club regna un senso di frustrazione e impotenza. I commenti sono tutti volti alla ricerca del responsabile: manca il senso di squadra, manca la motivazione, la proprietà pensa solo ai soldi. C’è chi spera che la stagione finisca in fretta.

Arriviamo così al turno infrasettimanale. Si gioca fuori casa contro il Sassuolo. Nella testa e nel cuore degli amici del CNL regna uno sconforto alimentato dalle innumerevoli sentenze lette e ascoltate qua e là: siete l’ombra di voi stessi, il giocattolo si è rotto.

Eppure ci si ritrova, al Club come a Reggio Emilia. La sciarpa della Lussemburgo partenopea è visibile sulle tribune del Mapei Stadium.

Il socio Massimiliano Zottola parla di emozioni forti fin dal mattino, in viaggio verso lo stadio, quando la disillusione degli adulti contrasta con l’entusiasmo sano e spontaneo dei figli, felici di andare a vedere il Napoli.

Stavolta la squadra risponde.

Il racconto di Massimiliano è quello di una giornata di grande coinvolgimento emotivo. Ci parla di un’accoglienza cordiale da parte del personale, del welcome bag ricevuto all’ingresso (panino, pizzetta, acqua e sciarpa del Sassuolo), di un azzurro dominante in tutti i settori (parliamo per l’appunto dello Stadio Atleti azzurri d’Italia). Il nostro amico vibra ancora al pensiero del boato scatenato dal primo gol del Napoli: „A quel punto anche noi genitori ci siamo scaldati come e più dei nostri figli.“ Ci descrive la curva che, incurante della pioggia, scandisce ogni minuto di questo nuovo trionfo e il calore che, alla fine, coinvolge tutti i settori dello stadio.

Il resoconto di Massimiliano si conclude con un auspicio: „Ah, se tutte le trasferte fossero così e non solo nel risultato…“

Il resto è racchiuso in un risultato, 6-1, che fa tirare un sospiro di sollievo a tutti gli innamorati della maglia. Un occhio commosso e incredulo resta fisso sul risultato, sulla tripletta di Osimhen, sul ritrovato Kvaratskhelia, su una squadra che è apparsa finalmente di nuovo solida. L’altro occhio si muove sulla classifica alla ricerca di possibili scenari, di una rimonta difficile, di potenziali combinazioni favorevoli. Dentro rimangono l’amarezza per una stagione partita male, per i punti persi in modo inspiegabile, e tanti dubbi sul futuro prossimo. Abbiamo davvero assistito all’inizio di un nuovo corso? I prossimi incontri, primo fra tutti quello con la Juve, faranno forse un po’ di chiarezza.

Per gli amici del Club Napoli Lussemburgo la certezza è una. Comunque vadano le cose, ci si ritroverà sempre in sede per vivere e condividere altri innumerevoli momenti di grande passione sportiva.

 

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