E adesso che come la mettiamo? dopo l’inopinato pareggio di Cagliari, festeggiato come solo i salernitani sanno fare per un pari con il Napoli, giunto in quel modo balordo, sul quale non ho la forza di tornare sopra, ci eravamo assuefatti all’idea che questa stagione prima finiva meglio era, sperando nell’apertura di un nuovo ciclo, tutto da definire, tra uomini in campo e fuori.
invece arriva questa appendice che ci portavamo dietro da gennaio, il recupero a Reggio Emilia, da giocare in settimana ad orari improbabili, roba che con lo stato d’animo di mercoledì lasciava spazio giusto a qualche occhiata su sofascore, tanto quest’anno è andata come è andata. All’inizio l’idea di interessarsi ma non troppo, sembrava anche essere quella giusta, nonostante un buon approccio, al primo tiro, un tizio trova l’angolino e si fionda sotto la curvetta a dimenarsi manco avesse segnato alla finale di CL. Quel tizio non aveva fatto caso che in panchina per gli azzurri non c’era più walterone ma un paio di occhi affamati di calcio vero, che nascondono una voglia di insegnare calcio che la metà basterebbe. come se i tabelloni del mapei non funzionassero, riprendono a giocare come fatto nel primo quarto d’ora, anzi ancora con maggior voglia di produrre calcio e in 5 minuti la ribaltano e in 15 la chiudono a chiave buttandola a fiume.
Nella ripresa chiudono il set, ma questo conta poco, conta che avessero desiderio fisico, sessuale, di tornare a giocare, di spingere anche se non ve ne era bisogno, di andarsi a fare quella corsa in più dopo mesi di passeggiate. Certo rispetto alla passata gestione è tornato il nigeriano, ma Victor dei tre gol fatti, solo lo scavetto merita minima menzione tecnica, gli altri due li spingeva anche Aglietti, i due di Kvara valgono solo per gli almanacchi, loro a quel punto non difendevano più nulla, allora perché esaltarsi? Perché hanno ripreso a correre in avanti, hanno riacceso il motore, hanno ripreso i libri e iniziato a ripassare le lezioni che gli piacciono di più, non devono portare latino all’esame se non lo sopportano, ma portano le loro materie preferite.
Una rondine non può fare primavera, sei iniziano ad essere un indizio, a parte gli scherzi, provando ad entrare nel merito cosa sta cambiando? Per l’apporto di Sinatti dovrebbe essere ancora presto, ma ho avuto la sensazione che corrano meglio, più leggeri, Victor incute timore inducendo qlcuno all’errore e comunque non lascia che il secondo centrale possa allargarsi per triplicare Kvicha, che ne beneficia non poco, in mezzo, rispetto a Cagliari e alle gerarchie difese da Mazzarri, con Traorè al posto del polacco, si gioca in 11 (tendo presente che il ragazzo non è nemmeno al 50% delle potenzialità, fossi in ADL inizierei a preparare il bonifico), Anguissa sembra aver ritrovato gli scarpini con i tacchetti e di Lorenzo l’applicazione nelle due fasi smarrita da Natale. Ma soprattutto è cambiato il tecnico, uno che in conferenza si dichiara fallito se non vedrà il suo gioco applicato in campo, al contrario di uno che sbandiera come un trofeo un pari in casa con il Monza (con rigore sbagliato da loro) per qualche citofonata al portiere lombardo.

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