Come ogni mese di marzo che si rispetti, anche questo 2024 ci propone l’essenziale pausa per le nazionali, una cosa di cui l’intero movimento ne avvertiva il bisogno, questa volta si vola addirittura negli States per due amichevoli di lusso, contro Venezuela ed Ecuador, il gotha del calcio mondiale. Mister Spalletti dopo aver dovuto rinunciare sua malgrado ad un pilastro della sua difesa come il fantasioso Acerbi (ti faccio nero è autentica poesia della supercazzola) avrà modo di provare contro queste due corazzate gli schemi e le tattiche che permetteranno poi a Immobile e Raspadori di ritrovare dopo due ere geologiche il gol su azione.
Tolto il dente con questo breve accenno sull’argomento nazionale (per inciso il meno appassionante del mondo per chi scrive) torniamo alle dolenti note azzurre. il pareggio nel finale di san siro ci lascia un mezzo sorriso in questi 15 gg senza Napoli, i punti dalla CL sono aumentati è vero, ma ci siamo tolti dalle scatole il peggiore degli scogli disseminati in questo finale, l’ultimo, almeno fuori casa resta quella Firenze, mai troppo benevola nei nostri confronti, ma li troveremo alla penultima di campionato a giochi presumibilmente fatti, almeno per una delle due contendenti. prima ci aspettano 7 gare, 4 in casa e 3 fuori, 21 punti da prendere TUTTI, “e che non se ne parli più”.
Al Maradona, oltre al Frosinone verranno a far visita le tre che ci precedono in classifica, nell’ordine di apparizione Atalanta Roma e Bologna, fuori faremo visita sempre in ordine a tre formazioni che sembrano vivere già da adesso un finale senza patemi, Monza, Empoli e Udinese. Eccola stagione degli azzurri, questo è il momento per Calzona, ma soprattutto per il gruppo, di chiedere scusa per questi 7 mesi da incubo, se pensiamo allo scudetto stampato sulle maglie, per questi 7 mesi di corse non fatte, di gol mangiati per pigrizia, di assist non dati per egoismo, di gol presi per distrazione, insomma i peggiori sette mesi da 20 anni a questa parte, da quando Salvatore Naldi portò i libri contabili in tribunale affogato da 70 milioni di debiti il 30 luglio 2004.
Si perché anni bui ce ne sono stati anche dopo, il secondo anno di C, la nefasta parentesi Donadoni, il secondo Benitez, l’ammutinamento, il Napoli Verona della vergogna, ma nulla di paragonabile alla delusione provocata da un gruppo squadra che, parafrasando, fino a maggio suonava come Mozart e cantava con la voce di Mina per poi d’improvviso stonare suonando come quelli che in aeroporto si siedono al piano solo per fare le foto.
Quindi 21 punti da aggiungere alla nostra classifica prima del 19 di maggio, ma come fare se in 30 partite in stagione, non si è mai messa in fila nemmeno la terza vittoria, qui ce ne vorrebbero 7. In primo luogo bisogna sperare che i collaboratori formati da Calzona e Sinatti non facciano rimpiangere i titolari, giacché saranno loro a tirare avanti la baracca in questi 10 gg, poi sarà necessaria una presa di coscienza da parte dei giocatori, che saranno chiamati a tornare ad essere squadra, a partire da chi ha già un altro contratto in tasca, a chi il suo vorrebbe migliorarlo, a chi non sa ancora se il prossimo anno avrà ancora sotto casa una pizzeria con affaccio sul golfo, tutti ma proprio tutti hanno il dovere di non lasciare il Napoli del futuro, fuori dalla prossima CL, perché li lo hanno trovato quando sono arrivati e li dovranno riportarlo, in questo finale di stagione, che potrebbe riabilitarli agli occhi di una tifoseria che ci ha messo del tempo per capire il gioco sporco che stavano facendo, e che farebbe presto a spedirli nel cassetto insieme ad Asanovic, al figlio di Savoldi, al fratello di Vieri e all’allegri calciatore, che se possibile era più scarso dell’allegri tecnico.